Il sindaco di Bruxelles Yvan Mayeur ha reso omaggio, domenica 24 maggio, alle quattro persone assassinate nell’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles, commesso da Mehdi Nemmouche esattamente un anno prima. Si trattava di una coppia di israeliani, un volontario di 66 anni e un impiegato di 29 anni del Museo ebraico.
“Bruxelles è ebrea, perché tutti gli ebrei hanno il proprio posto a Bruxelles – ha dichiarato durante la commemorazione privata, alla presenza del Primo Ministro Charles Michel.
Nel suo intervento davanti al museo, eccezionalmente chiuso di domenica, il sindaco ha rinnovato la sua condanna dell’attentato commesso il 24 maggio 2014 da nemmouche, entrato sparando nel Museo.
“Un anno dopo si deve mantenere un’espressione di rivolta e collera nei confronti di questo atto violento che ha ucciso delle persone perché erano ebree, in un museo ebraico. E’ un atto terroristico e antisemita che è per noi inaccettabile e certamente in una città come Bruxelles, che è una città aperta, cosmopolita, in cui vivono fianco a fianco 160 nazionalità in uno spirito di convivenza”.
Le parole del sindaco non cambiano però quella che è la realtà degli ebrei belgi, fatta di insulti, minacce e senso di pericolo costante.