di Ilaria ESter Ramazzotti
“Ti chiedo con rispetto di promuovere un maggiore rispetto per la Diaspora. Solo una forte Diaspora è in grado di aiutare Israele, e noi ebrei ungheresi vogliamo aiutare”. Lo ha detto a Benjamin Netanyahu (nella foto con il premier ungherese Viktor Orban) il presidente della Federazione delle comunità ebraiche ungheresi (Mazsihisz) Andras Heisler, durante un incontro fra il premier israeliano e il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban tenutosi a Budapest il 19 luglio. Lo riporta il Jerusalem Post del 20 luglio scorso.
In occasione della visita alla sinagoga di via Dohány nella capitale ungherese, Heisler ha inoltre parlato della campagna promossa dal governo ungherese contro il miliardario americano ed ebreo George Soros definendola “inaccettabile” e svelando la paura così innescata nella locale comunità ebraica.
I manifesti lanciati dalla campagna, affissi nelle stazioni di treni e mezzi pubblici, alcuni dei quali sono poi stati scarabocchiati con graffiti antisemiti, riportano una foto di Soros ridente accanto alle parole: “Non lasciamo a Soros l’ultima risata” e si riferiscono alla contrarietà del governo ungherese alla richiesta di Soros di consentire ai migranti di entrare nel Paese. Heisler ha condannato che nell’Ungheria moderna sia ancora possibile “lanciare una campagna di propaganda totale con linguaggio e strumenti visivi che riportano nelle nostre menti i cattivi ricordi del passato”. Per questo “un leader ebreo responsabile non può rimanere in silenzio – ha sottolineato – e nemmeno un responsabile capo di Stato”.
Dopo l’iniziale condanna della campagna anti Soros da parte dell’ambasciata israeliana a Budapest, il ministero degli Esteri israeliano ha infatti pubblicato un successivo chiarimento per difendere il diritto del governo ungherese di criticare Soros, sottolineando la propria opposizione alle sue attività contro le politiche israeliane. Heisler ha però dichiarato che tale dichiarazione è stata una “sconfitta per la nostra comunità”.
“Mentre molti parlano di un rinascimento ebraico ungherese, la comunità ungherese sta in realtà lottando ‘orrendamente’ contro l’assimilazione – ha poi aggiunto -. Siamo convinti che sia interesse fondamentale, sia dell’Ungheria che dello Stato di Israele, aiutare le nostre comunità a vivere e trasmettere le tradizioni ungheresi ed ebraiche”. Il leader delle comunità ungheresi ha inoltre contestato le recenti regole che darebbero al capo rabbino d’Israele il monopolio sulle conversioni al giudaismo: “È doloroso per la nostra comunità che il riconoscimento religioso della Diaspora venga ridotto in Israele”.
Né Orban, che affronterà le elezioni il prossimo anno, né Netanyahu, hanno reagito ai commenti rivolti loro da Heisler nel corso dell’incontro. “Sono orgoglioso che oggi nel nostro Paese si verifichi una rinascita della vita ebraica, anche se ho sentito che ci sono state delle difficoltà”, ha solamente detto Orban, ribadendo l’appoggio alla comunità ebraica ungherese.
Heisler ha poi affermato che la comunità è “lieta di sapere che il governo ungherese vuole proteggere noi, come cittadini ungheresi, ma la difesa più efficace che concepiamo è una società ungherese senza odio. Chiedo al primo ministro di aiutare l’Ungheria a diventare una società in cui il vero potere sia il rispetto reciproco dei valori dell’altro”. Lodando entrambi i premier per le forti relazioni tra i loro Paesi, ha in seguito evidenziato che il “ponte più forte” è stato il ruolo di collegamento della comunità ebraica ungherese; “il nostro passato e il nostro futuro ci collegano, così come il nostro amore per l’Ungheria e per Israele ci collega”.
“Speriamo che il governo dell’Ungheria continui a garantire la sicurezza della fiorente comunità ebraica ungherese pronunciandosi con voce alta e forte contro l’antisemitismo e contro la negazione dell’Olocausto”, ha dichiarato a proposito Jonathan Greenblatt l’amministratore delegato di ADL, Anti-Defamation League.