di Roberto Zadik
Negli ultimi anni i movimenti xenofobi e antisemiti sembrano aver preso piede in diverse parti d’Europa, prima fra tutte l’Ungheria, Paese già fortemente minato in passato da pregiudizi antisemiti molto forti, si pensi alle angherie passate dal giornalista ebreo ungherese e padre del sionismo Theodor Herzl e ai pregiudizi che il compositore magiaro Lizst nutriva verso gli ebrei e dalla Shoah, molto forte il film “Il figlio di Saul” uscito nel 2016, ma attualmente pare che le cose stiano lentamente cambiando. Recentemente, secondo il sito Ynetnews, il partito antisemita Jobbik ha inviato i suoi auguri di “Buon Channukkà” alla Comunità ebraica locale.
Questi tentativi di apparente riconciliazione non sono piaciuti a nessuno dei membri comunitari, che dal rabbino capo, Slomo Koves, ai leader ebraici, hanno respinto questo gesto. Prevedibilmente questo fatto ha suscitato una serie di polemiche e di rimproveri da entrambe le parti in questione. A quanto pare forti sarebbero gli scontri fra il portavoce del partito, Gabor Vona, che ha difeso vigorosamente il gesto pacificatorio con la comunità spiegando di aver tentato di riconciliare il Natale con la Channukkà ebraica, e il rabbino Koves, del movimento Chabad Lubavich che ha risposto seccamente “Normalmente apprezziamo gli auguri, ma se provengono da questa parte politica essi ci sorprendono e ci confondono”.
I toni sono dunque molto tesi anche perché il partito nonostante queste trovate non sembra aver ammorbidito il suo spirito xenofobo e nazionalista e continua imperterrito a denunciare Israele per la sua politica e a sottolineare come alcuni ebrei ungheresi famosi siano un “rischio per la sicurezza nazionale”. Il sito Ynet mette in luce queste contraddizioni e suggerisce perplessità e incredulità verso questa improvvisa mossa di Vona e del suo partito.
Nel suo bigliettino augurale per Channukkà, conosciuta anche come Festa delle Luci, il capo della fazione ha scritto “Ci auguriamo che questa ricorrenza di gioia e riflessione costituisca un’occasione di rinnovamento spirituale e che la festa delle luci emani una reale luminosità che possa mostrarci il cammino da intraprendere”.
Ovviamente le proteste anche in rete non sono mancate anche all’interno della coalizione. A questo proposito un utente abitante nel quartiere di Vecses a Budapest e membro del partito ha scritto su Facebook “A Vecses nessuno fa gli auguri agli ebrei per le loro feste. Se qualcuno avesse questa folle idea non avrebbe il nostro sostegno”. Freddezza anche da parte del rabbino Koves che ha scritto una lettera aperta a Vona e al partito Jobbik un commento pungente “sarebbe meglio che facessi questi discorsi nelle manifestazioni in cui diffondevi odio, rancore e degrado invece che luce.
In questo vivace botta e risposta, Vona ha rilasciato una sorprendente intervista sul quotidiano magiaro “Nezmet” venerdì scorso. Egli ha definito inaccettabile la “risposta” su Facebook del membro del suo partito dicendo di voler espellere questa persona. “Nessuno che parla in questo modo ha il permesso di stare nel mio partito” ha specificato mentre rivolgendosi al Rabbino egli ha detto di “costruire ponti e non barriere” e ha sollecitato a lavorare tutti assieme per “una riconciliazione con gli ebrei ungheresi”.
Forse qualcosa si sta modificando, in un Paese che ha avuto pesanti episodi di antisemitismo e intolleranza nonostante siano rimasti solo 430mila ebrei, dopo che gli stermini della Shoah e del nazismo. La comunità ebraica ha ricordato che 70 anni fa un milione e mezzo di ebrei ungheresi sono morti nel campo di sterminio di Auschwitz.