di Roberto Zadik
Ancora antisemitismo negli Usa, a New York rabbino aggredito in casa sua
Un fatto talmente grave da essersi diffuso dappertutto in poche ore. Sabato sera, sesto giorno della gioiosa festa di Channukkà, nella comunità ortodossa newyorchese di Monsey, a una cinquantina di chilometri dalla metropoli la violenza “spegne” qualsiasi celebrazione e il panico irrompe improvvisamente. Stando a quanto riportano le cronache americane del sito Nbc news e i media italiani, sabato sera a casa del Rabbino Chaim Rottenberg una settantina di persone erano riunite per le celebrazioni festive alla fine dello Shabbat. Improvvisamente, verso le 22 locali, uno sconosciuto, un certo Thomas Grafton, afroamericano 37enne proveniente dalla località di Lakewood Lake, fermato successivamente dalla polizia, si sarebbe introdotto improvvisamente a casa del rabbino impugnando un machete approfittando della confusione e dei canti festivi. Con spietata aggressività e il volto nascosto da una sciarpa, l’uomo avrebbe colpito cinque persone, ferendone due in modo particolarmente grave, ricoverate domenica mattina in condizioni critiche, e altre tre in modo più lieve, per poi fuggire. Fortunatamente la polizia è riuscita a rintracciare il colpevole arrestandolo a mezzanotte nel quartiere di Harlem.
Le fonti americane, come il sito della Nbc si soffermano sul terrore e la violenza di quei momenti. Secondo vari membri Chabad Lubavitch presenti nelle vicinanze e testimoni di questo grave episodio qualcuno ha cercato di difendersi e di fermare l’aggressore lanciandogli contro sedie e tavoli e inseguendolo. L’uomo poi si sarebbe diretto verso la sinagoga accanto all’abitazione provando a entrare ma non riuscendoci perché coloro che erano dentro l’edificio si sono barricati impedendo qualsiasi accesso. Così Grafton è salito in macchina scappando, salvo poi, secondo le ricostruzioni dell’accaduto, essere stato fermato mentre era ancora a bordo del suo veicolo (nbcnewyork.com). Ora su di lui pendono cinque accuse molto gravi, fra queste due in particolare come il tentato omicidio plurimo e la violazione di domicilio, e una delle vittime dell’aggressione, stando a fonti Chabad Lubavitch, sarebbe in “serio pericolo”.
In seguito all’accaduto varie sono state le dichiarazioni istituzionali, sia a livello ebraico che cittadino. Primo Andrew Cuomo, Governatore dello Stato di New York che ha visitato Rav Rottemberg domenica mattina prima di incontrare i vertici della Comunità ebraica di Monsey. Fuori da casa del rabbino, Cuomo ha sottolineato – intervistato dai giornalisti – la propria indignazione per quanto accaduto ribadendo che “in questo Paese stiamo vivendo un periodo di grande intolleranza dove assistiamo a esplosioni di rabbia e di odio”. Anche Jonathan Greenblatt, Amministratore Delegato dell’Anti Defamation League, ha scritto su Twitter “abbiamo bisogno di una maggiore tutela istituzionale adesso e di provvedimenti che ostacolino con fermezza coloro che intentano orribili aggressioni come questa”. Intervenuta anche Berenice King, figlia del grande Martin Luther King, celebre reverendo difensore dei diritti umani e barbaramente ucciso a soli 39 anni nell’aprile del 1968, che ha condannato su Twitter l’attacco di sabato sera. “Prego per le nostre famiglie ebraiche” ha scritto e invito a rifiutare qualsiasi stereotipo antisemita. Essere ebreo non dovrebbe significare vivere nel terrore e per questo dobbiamo sforzarci di vigilare sempre di più contro l’antisemitismo”.
Condanna ferma anche da Ivanka Trump che ha definito questo episodio “un atto vigliacco di pura malvagità. Preghiamo per le vittime e che possano le candele di Channukka rischiarare questa oscurità”.
Le reazioni israeliane
Da Israele non sono mancate le reazioni politiche. Prima di tutti , secondo il sito della Bbc, si è espresso anche il presidente Rivlin che ha anche lui incoraggiato un maggiore intervento istituzionale definendosi “sconvolto e oltraggiato dal terribile attacco a New York e prego per le vittime. L’antisemitismo non è solo un problema ebraico o dello Stato di Israele ma una minaccia globale”. Secondo il sito Bbc e il Jns.com (Jewish News Syndicate) fra le vittime dell’aggressione, sui i cui motivi si sta ancora indagando, ci sarebbero due dei suoi figli, Meir e Shlomo e il Rabbino Yosef Neiman. Uno dei presenti a casa del Rabbino, terrorizzato, ha raccontato al sito della Bbc “Stavo pregando per la mia vita. L’aggressore ha subito cominciato ad attaccare la gente appena entrato in casa e non abbiamo avuto il tempo di reagire”. Jsn.com riporta anche l’intervento del premier Netanyahu all’inizio di una riunione politica “Israele condanna questo crudele attacco durante la festa di Channukka e facciamo gli auguri di pronta guarigione ai feriti. Siamo pronti a collaborare nella lotta contro il terrorismo in ogni Paese”.