di Nathan Greppi
Sono 347, di cui 55 nazionali e 292 locali, le organizzazioni ebraiche americane che mercoledì 20 giugno hanno scritto una lettera indirizzata al procuratore generale Jeff Sessions e al segretario della Sicurezza Interna Kirstjen Nielsen, per denunciare la separazione tra i bambini messicani e i loro genitori al confine. La lettera è stata firmata anche da 4 organizzazioni ebraiche canadesi.
“Scriviamo per esprimere la nostra forte opposizione alla politica della ‘tolleranza zero’ che prevede di separare i bambini dai genitori immigrati quando varcano il confine,” si legge nella lettera. “Questa politica mina i valori della nostra nazione e mette a rischio la sicurezza e il benessere di migliaia di persone.”
“In quanto ebrei, capiamo il dramma dell’essere un immigrato che fugge dalla violenza e dall’oppressione. Noi crediamo che gli Stati Uniti siano una nazione di immigrati, e il modo in cui trattiamo gli stranieri si riflette sui valori morali e gli ideali di questo Paese.”
La lettera continua spiegando che “è inconcepibile strappare i bambini alle loro famiglie. Certe pratiche infliggono traumi inutili nei genitori e nei bimbi, molti dei quali hanno già subito esperienze traumatiche.” Conclude affermando che “la nostra fede ebraica ci chiede di preoccuparci per gli stranieri in mezzo a noi. La storia del nostro popolo come ‘stranieri’ ci ricorda le tante lotte che gli immigrati oggi devono affrontare e ci obbliga a impegnarci per un sistema migratorio, in questo paese, che sia compassionevole e giusto. Vi chiediamo di annullare immediatamente la politica ‘tolleranza zero’ e di difendere i valori di unità familiare e giustizia sui quali è stata fondata questa nazione.”
Questa non è la prima volta che la stessa lettera viene inviata a Sessions e alla Nielsen da parte delle comunità ebraiche americane: era già successo il 12 giugno, ma in quel caso furono solo 26 le organizzazioni firmatarie.