Suprematisti bianchi manifestano a Charlottesville

Usa: raddoppia la propaganda antisemita dei suprematisti bianchi

Mondo

di Francesco Paolo La Bionda
Il 2020 è stato un anno di crisi globale, a causa della pandemia che si abbattuta come un uragano su ogni angolo del pianeta. Negli Stati Uniti, colpiti con particolare durezza, l’intreccio con le elezioni più polarizzate di sempre ha però generato una tempesta perfetta.  Il COVID-19 ha colpito duramente l’America lo scorso anno: quasi trenta milioni di casi e oltre 300.000 morti, dieci milioni di posti di lavoro persi e un danno per l’economia stimato nell’ordine di trilioni di dollari. Una tragedia che ha coinciso con la fine del mandato del Presidente statunitense più controverso di sempre, Donald Trump, e con una campagna elettorale esacerbata e avvelenata da fake news, teorie della cospirazione e scontri violenti.

L’assalto al Campidoglio da parte di sostenitori armati del miliardario repubblicano è stato il sintomo più eclatante della virulenza di un’altra minaccia per gli Stati Uniti, quella dell’estrema destra. Un pericolo la cui consistenza è oggi certificata da un nuovo report del Center on Extremism (COE) della Anti-Defamation League, l’ONG ebraica americana che si occupa di monitorare l’estremismo e la discriminazione razziale. Lo studio ha infatti tracciato gli episodi di propaganda fisica dei suprematisti bianchi nel 2020, come l’affissione di poster, volantini, adesivi e striscioni con contenuti razzisti, antisemiti e omofobi. Quello che è emerso è stato un quasi raddoppio degli incidenti di questo tipo rispetto all’anno precedente: 5.125 contro 2.724. Quasi 14 ogni giorno, in media. Un triste record da quando l’ADL ha iniziato a tenere il conto, nel 2002.

Molti gruppi, un nuovo linguaggio digitale

Sono circa una trentina i gruppi coinvolti lo scorso anno nella propaganda suprematista, circolata in tutti gli stati tranne le Hawaii. Nove episodi su dieci sono però riconducibili a due organizzazioni, entrambe nate negli ultimi anni. La maggiore è il Patriotic Front, espressione di quella corrente dell’estrema destra che, galvanizzata dal successo politico di Trump, si è reinventata in anni recenti cercando di mostrare una facciata apparentemente più rispettabile. I “patrioti” ricorrono spesso a slogan ambigui, come “Conquistata, non rubata” – in riferimento alla colonizzazione europea delle Americhe, o il classico “America First”. La seconda classificata, la New Jersey European Heritage Association, e gli altri gruppuscoli alt-right e neonazisti più piccoli, non fanno invece mistero della loro vera natura. In entrambi i casi, la propaganda è infarcita di razzismo e antisemitismo.

Sono stati 238 gli incidenti di propaganda antisemita tracciati dall’ADL nel 2020, con un aumento su base annuale del 68%, superiore quindi anche alla media generale. La NJEHA è stata la principale responsabile dell’incitamento dall’odio contro gli ebrei, ricorrendo a tutto il ritrito campionario di stereotipi e teorie della cospirazione. Dal dominio sui media alla regia occulta dietro l’immigrazione di massa allo ZOG (Zionist Occupied Government), cerniera di congiunzione ideologica con le milizie anti-federali già protagoniste dell’estremismo americano negli anni Novanta.

Il vero pericolo di queste organizzazioni emergenti sta nella capacità di utilizzare nuove modalità e piattaforme di diffusione dei messaggi d’odio già noti. L’uso di simboli nati sul web, come ad esempio (((___))), che sostituisce la stella gialla per connotare un nominativo inserito al suo interno come ebreo. O la messa in campo di flash mob non annunciati al posto delle tradizionali manifestazioni, per minimizzare i rischi di arresto e scontri.

Una minaccia alla sicurezza simile allo Stato islamico

L’FBI lo scorso gennaio classificato formalmente i suprematisti bianchi quali principale minaccia per la sicurezza nazionale al pari dello Stato Islamico. E la propaganda dei novelli Goebbels è il primo campanello d’allarme. La storia stessa del terrorismo suprematista bianco americano lo insegna. Una vicenda per tutte: il romanzo neonazista “I Diari di Turner”, uscito nel 1978, è stato in grado di ispirare la formazione di innumerevoli formazioni e gruppi terroristici. Compreso The Order, responsabile dell’uccisione del conduttore radiofonico ebreo Alan Berg, ucciso nel 1984 per aver pubblicamente ridicolizzato le teorie antisemite dei suoi assassini.