Vaccinazioni contro la poliomielite a Gaza. Israele sospende temporaneamente le operazioni militari

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di Redazione
 Oggi 1 settembre inizia ufficialmente la tanto attesa campagna di vaccinazione contro la poliomielite a Gaza, secondo quanto riportato in una nota del governo israeliano, confermata poi da Hamas. In questa occasione, Israele sospenderà gradualmente le operazioni militari per permettere agli operatori sanitari di vaccinare circa 640.000 bambini sotto i 10 anni.

Oltre 2.100 operatori sanitari e volontari della comunità sono stati mobilitati per distribuire le dosi di vaccino in centinaia di punti sparsi in tutta Gaza. Secondo l’OMS, sono state predisposte 1,2 milioni di dosi di vaccino, che saranno somministrate per via orale in una o due gocce. Queste dosi saranno seguite da un richiamo dopo quattro settimane.

Il piano prevede di iniziare le vaccinazioni nella zona centrale di Gaza per un periodo di tre giorni, ha spiegato Rik Peeperkorn, il rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Gaza. Durante questo periodo, l’offensiva israeliana sarà temporaneamente sospesa in orari specifici e in aree designate per consentire la somministrazione del vaccino.

Dopo la vaccinazione nella parte centrale, come da programma, l’operazione si sposterà verso il sud della Striscia di Gaza, dove ci sarà un’altra pausa di tre giorni per vaccinare i bambini di quella zona. Infine, la stessa procedura sarà seguita nel nord della Striscia, con un’ultima pausa di tre giorni. «Penso che questa sia una soluzione percorribile – ha detto Peeperkorn ai giornalisti –. Non è l’ideale, ma non possiamo permetterci di non fare nulla. Fermare la trasmissione a Gaza è essenziale per evitare che il virus si diffonda altrove».

Israele ha chiarito che questa iniziativa non rappresenta un primo passo verso un cessate il fuoco generale. I combattimenti non saranno fermati in tutta la Striscia di Gaza, ma ci saranno solo pause limitate in alcune aree per permettere la vaccinazione. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha evitato di utilizzare termini come «tregua» o «pausa umanitaria» nel comunicato del suo governo. L’unica indicazione fornita è che le operazioni si svolgeranno in «luoghi specifici» assegnati al personale sanitario. «Questo non è un cessate il fuoco», ha ribadito l’ufficio del Primo ministro in una dichiarazione mercoledì sera, in risposta a notizie che parlavano di un accordo sulle pause. La dichiarazione ha sottolineato i limiti di questo accordo.

La poliomielite di tipo 2 è stata eliminata in gran parte del mondo negli anni ‘90, ma gli operatori umanitari avvertono che le pessime condizioni igieniche a Gaza, aggravate dalla guerra di 10 mesi tra Israele e Hamas, insieme al collasso dei servizi sanitari, hanno creato un ambiente fertile per la diffusione di malattie rare.

Nel frattempo, il Times of Israel riferisce che il presidente dell’Associazione israeliana dei medici della sanità pubblica ha chiesto alle Nazioni Unite di garantire che gli ostaggi israeliani tenuti a Gaza siano inclusi nella prossima campagna di vaccinazione contro la poliomielite.

In una lettera indirizzata ai dirigenti dell’OMS e dell’UNICEF, il dottor Hagai Levine ha sottolineato che tra gli ostaggi ci sono anche due fratellini, Kfir Bibas di un anno e Ariel Bibas di cinque anni. Levine ha inoltre evidenziato che molti ostaggi adulti hanno bisogno di dosi di richiamo: «Considerando la loro situazione vulnerabile e la mancanza di vaccinazioni essenziali, gli ostaggi sono esposti a gravi rischi», ha scritto Levine, che guida anche la divisione sanitaria del Hostage Families Forum.