di Sofia Tranchina
https://www.youtube.com/watch?v=MdZvkkpJaVI
Il vicecancelliere e ministro dell’economia e della protezione climatica della Germania Robert Habeck ha rilasciato un video-discorso riguardo agli eventi che hanno coinvolto Israele a partire dal 7 ottobre, per ribadire il supporto che la Germania continua a dare a Israele e le sue ragioni.
Ripercorrendo la responsabilità storica del Paese, ha ricordato che «la Germania ha il dovere di garantire che la promessa di protezione degli ebrei, fatta dopo l’Olocausto, venga mantenuta». Gli ebrei devono poter vivere liberamente e in sicurezza in Germania senza temere di mostrare apertamente la loro religione e la loro cultura.
Ma in Germania, come altrove, la paura è riemersa.
«I rappresentanti della comunità ebraica mi hanno detto che i loro figli hanno paura di andare a scuola, che non frequentano più le società sportive, che lasciano a casa le catenine con la Stella di David su consiglio dei genitori.
Oggi qui in Germania. Quasi 80 anni dopo l’Olocausto.
Ci hanno detto che non osano più salire sui taxi, che non mettono più l’indirizzo del mittente sulle lettere per proteggere i destinatari.
Oggi qui in Germania. Quasi 80 anni dopo l’Olocausto.
E un amico ebreo mi ha parlato della sua paura, della sua assoluta disperazione, del suo sentimento di solitudine. Le comunità ebraiche avvertono i propri membri di evitare determinati luoghi per la propria sicurezza.
E questa è la realtà oggi qui in Germania, a quasi 80 anni dall’Olocausto».
Colpa dell’ondata di antisemitismo è anche una sinistra cieca davanti alle proprie responsabilità:
«L’argomento “entrambe le parti” qui è fuorviante. Hamas è un gruppo terroristico omicida che lotta per l’annientamento dello Stato di Israele e la morte di tutti gli ebrei», e ancora «quando si verificano attacchi razzisti si manifestano grandi ondate di solidarietà, ma la solidarietà diventa rapidamente fragile quando si tratta di Israele. La gente dice che “il contesto è complesso”. Ma la contestualizzazione non deve portare alla relativizzazione».
Anche alla fine del discorso ha ripetuto: «è fondamentale chiarire che il diritto di Israele ad esistere non deve essere relativizzato».
La sofferenza dei civili a Gaza è terribile, e «dirlo è tanto necessario quanto legittimo», ma la «violenza sistematica contro gli ebrei non può essere per questo legittimata».
E per questo, il vicecancelliere ha messo in chiaro, con il motto «la tolleranza non può tollerare l’intolleranza», che «bruciare le bandiere israeliane è un reato così come lo è lodare il terrorismo di Hamas», e chi si macchia di tale reato ne dovrà rispondere davanti alla corte.
Infine, Habeck ha rimesso in chiaro la cronologia dei fatti, mostrando che il pogrom antiebraico di Hamas è arrivato proprio in un momento di grande avvicinamento tra gli Stati musulmani e Israele, perché «Hamas non vuole la riconciliazione con Israele, ma lo sterminio di Israele».
«Ci sono gli accordi di Abramo tra Israele e i Paesi musulmani della regione; Giordania e Israele stanno lavorando insieme ad un importante progetto per l’acqua potabile; l’Arabia Saudita è sulla buona strada per normalizzare le sue relazioni con Israele.
Ma la coesistenza pacifica tra Israele e i suoi vicini, tra ebrei e musulmani, e la prospettiva di una soluzione a due Stati, non sono ciò che vogliono Hamas e i suoi sostenitori, soprattutto il governo iraniano.
Loro vogliono distruggerlo».
E così, pur ribadendo che «Israele deve rispettare le leggi e gli standard internazionali», ha chiesto: «qualcuno potrebbe mai formulare tali aspettative nei confronti di Hamas?
[…]Lasciatemi ricordare ancora una volta: è Hamas che ha crudelmente ucciso i bambini, genitori e nonni nelle loro case. I cui combattenti mutilavano cadaveri, rapivano persone e le esponevano ridendo alla pubblica umiliazione.
Ci sono resoconti di puro orrore. E tuttavia Hamas è acclamato come un movimento per la libertà? Si tratta di un ribaltamento dei fatti, che non possiamo permettere che sussista».
Molto è accaduto nelle ultime quattro settimane, e «troppe cose sono state mescolate troppo in fretta», ma «la sicurezza di Israele rimane parte della ragion di Stato della Germania, e ciò significa che la sicurezza di Israele è essenziale per il Paese».