Xenofobia fascista di ritorno

Mondo

La notizia è rimbalzata dalle pagine online di Repubblica.it di domenica 21 agosto, a quelle cartacee di molti giornali di oggi. L’articolo in questione è firmato ancora una volta da Marco Pasqua, lo stesso che un mese fa circa aveva (ri)scoperto la “blacklist” degli ebrei nelle istituzioni accademiche “aggiornata” con nomi di magistrati e commercianti, pubblicata da Dagoberto Bellucci.
Da domenica 21 agosto Marco Pasqua ha reso di pubblico dominio sito e video che forse, altrimenti sarebbero rimasti sconosciuti ai più, quello del Partito Nazionalista Italiano. Fondato nel 2009 da Gaetano Saya (ex MSI-DN),
il PNI in questi giorni ha lanciato una nuova campagna di tesseramento al partito il cui programma politico si può riassumere in “via dall’Italia negri, omosessuali e comunisti” – come appunto scrive Pasqua. Questa crociata, in realtà, è la punta di un grande ed aberrante iceberg. A scorrere il “Programma per la liberazione dell’Italia” del PNI si scopre un pò di tutto: dall’idea di una “Grande Italia” fondata sul principio di autodeterminazione dei popoli, alla libertà  per gli italiani “di coltivare la terra e allevare bestiame ed esercitare la pesca”, alla cittadinanza per i “soli connazionali” (quelli cioè “di sangue italiano”); “all’espulsione dal territorio nazionale” degli “appartenenti ad altre nazionalità” e comunque di “tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977”; dalla “confisca integrale di tutti i profitti provenienti da teatri di zone di guerra”, alla “statalizzazione di tutte le imprese associate, di tutti gli istituti di credito e finanziarie, di tutte le compagnie telefoniche, di tutte le industrie, di tutte le aziende di trasporto aeree, ferroviarie e navali”, alla immediata collettivizzazione dei grandi magazzini (“chiediamo che i grandi magazzini vengano subito collettivizzati ed affittati a basso prezzo a piccoli commercianti”), fino alla sostituzione del diritto romano “che serve il mondo materialistico” con il “diritto comune italiano” e alla “lotta legale contro le menzogne politiche consapevoli e contro la loro diffusione a mezzo stampa”. Toni e parole tra il vetero-fascista e il ridicolo che si ripetono per 25 punti programmatici. A chiudere il tutto, la “Definizione di Stato” secondo i nazionalisti.
Sul blog del partito non potevano mancare (naturalmente) gli attacchi agli ebrei: da Carlo De Benedetti, al cui servizio sarebbe Marco Pasqua, al Cdec di Milano, definito un “centro di analisi ebraiche” che legge e recensisce blog e che raccoglie ” ‘informazioni’ prive di significato” attaccando chi “secondo questi signori, non è in linea con i loro cervelli marci”.
In Parlamento Emanuele Fiano e Paola Concia, entrambi del PD, già da oggi si sono mossi per fermare la diffusione di questi assurdi ma pericolosi messaggi e per valutare se vi siano le condizioni per l’applicazione della legge Mancino. E ora sulle affermazioni xenofobe di Saya sta indagando anche l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni.
La Comunità ebraica nel frattempo si sta mobilitando per impedire l’adunata delle milizie nazionaliste in programma a Genova il 24 e 25 settembre. Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, come il il presidente del’UGEI, Daniele Regard, hanno condannato Saya e il PNI, e si sono detti pronti a scendere in piazza per protestare contro il raduno xenofobo e neofascista di Genova.
C’è un’unica consolazione in tutta questa faccenda: i commenti lasciati sulla pagina Youtube del PNI – di unanime (e colorita) condanna. Il popolo della rete certamente è curioso, e di tutto, ma sembra saper discernere fra spazzatura e non, più di quel che si creda.