di Nathan Greppi
Gli Houthi, gruppo paramilitare e politico sciita radicato in Yemen e salito alla ribalta soprattutto nell’attuale guerra civile che dilania il paese, starebbero praticando una vera e propria pulizia etnica dei pochi ebrei rimasti nel paese secondo un rapporto del quotidiano egiziano Al-Mesryoon. Stando alle fonti, di recente avrebbero arrestato degli ebrei nel Distretto di Kharif, nel nordest del paese, per poi imprigionarli e far loro pressioni affinché lasciassero il paese.
Gli ebrei sono stati costretti a firmare dei documenti per vendere le loro case e tutti i loro averi ai capi delle milizie Houthi per poi andarsene. Secondo Am-Mesryoon, per ricattarli gli Houthi hanno tagliato loro l’acqua e l’elettricità e gli hanno impedito di andare a comprare da mangiare. Gli stessi metodi sarebbero stati applicati anche nei confronti di altri yemeniti non di religione sciita.
La stragrande maggioranza degli ebrei dello Yemen, tra le comunità ebraiche più antiche al mondo, hanno lasciato il paese poco dopo la nascita d’Israele, e gran parte di quelli rimasti sono partiti anche in anni recenti. All’inizio del secolo scorso c’erano 50.000 ebrei nel paese, mentre oggi ne sono rimasti circa 50.
All’inizio della guerra civile yemenita, iniziata nel 2015, gli Houthi avevano fatto un accordo con l’Agenzia Ebraica per far emigrare gli ebrei in totale anonimato, ma in seguito i media yemeniti diedero il via a una campagna mediatica dai toni antisemiti che fece arrestare già allora degli ebrei.