di Roberto Zadik
Dopo aver trionfato allo scorso Festival di Venezia col suo “The Insult” il 53enne regista libanese Ziad Doueiri è stato fermato e arrestato dalla polizia libanese appena tornato nella sua Beirut. Motivo di questo provvedimento? Un film di cinque anni fa, chiamato “The Attack” girato dal cineasta in Israele e con attori israeliani.
Come riporta Times of Israel il regista è stato accusato dal blog libanese “A Separate State of mind” (Una condizione mentale separata) di essere un “collaborazionista del nemico”. Doueiri è stato privato dei suoi documenti, i suoi due passaporti francese e libanese, dopo che è stata messa a punto una denuncia a suo carico da parte delle autorità.
Sembra un film di fantascienza ma questa è l’attuale situazione in Libano e Ziad Doueiri a causa dell’ostilità antisraeliana del Paese, per aver “osato” andare in Israele infrangendo una legge che proibisce ai cittadini libanesi di accedere allo Stato ebraico, dovrà subire un processo. Si tratta di una legge del 1955 che bandisce “qualsiasi cooperazione con Israele, fuori e dentro ai suoi confini” e che il regista avrebbe violato.
Ma non è finita qui. Se la legge interpretasse questo come un “completo tradimento”, Doueiri rischierebbe la pena di morte. Momenti di grande angoscia per il cineasta che ha girato a Tel Aviv la pellicola incriminata e basata sull’opera omonima basata sul romanzo dello scrittore algerino Mohammed Moulesseoul. La vicenda narra di un chirurgo arabo israeliano che scopre che sua moglie è una terrorista morta in un attacco terroristico dove si è immolata come kamikaze.
Moulesseoul è un autore problematico che ha avuto molti guai nel suo Paese tanto da dover pubblicare il suo libro, in Italia noto come “L’attentatrice” (pp 232, Mondadori, 15 euro) , con lo pseudonimo femminile di Yasmina Khadra. Bandito nel mondo arabo e best seller internazionale, il testo e ora questa pellicola condividono lo stesso difficile cammino. Anche essa è stata bandita e boicottata per il solo fatto di essere ambientata in Israele.
In un’intervista del 2013 col sito “Times of Israel” che ha pubblicato la notizia dell’arresto, Doueiri era ottimista sui rischi di questa sua scelta. “Nessun governo mi condannerà per questo” aveva detto ingenuamente “Non ho paura, se no non avrei girato il film”.
Nato nel 1963 Doueiri è nato a Beirut ma da adolescente ha lasciato il Paese durante la gyerra civile per studiare negli Stati Uniti e lavorare in Europa.