di Pietro Baragiola
Sconvolto dalla devastazione causata dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre, il rabbino attore Hagay Lober ha scritto uno spettacolo teatrale per rendere omaggio alle vittime israeliane.
7 Ottobre è l’adattamento di un monologo che Lober aveva ideato circa 20 anni fa per la compagnia teatrale Aspaklaria (“vetro che guarda” in aramaico) a Gerusalemme.
La trama ha come protagonista Nadav, un uomo di mezz’età che cerca di essere un bravo padre e andare avanti con la sua vita dopo aver perso la moglie in un terribile attacco terroristico. Dopo le vicende del 7 ottobre, Lober ha voluto portare alcune modifiche al testo in modo da raccontare le storie di coloro che hanno perso i propri cari per mano di Hamas.
“Il mio obiettivo era quello di portare in scena lo spettacolo il 7 gennaio, tre mesi dopo la strage” ha spiegato Lober, ma l’arruolamento del figlio Yehonatan nell’esercito israeliano ha rallentato inaspettatamente i suoi piani. “Il 25 dicembre Yehonatan è stato tragicamente ucciso nei combattimenti di Gaza e in quel momento ho detto al mio staff che non avrei più fatto lo spettacolo. Non ne avevo la forza.”
Durante la Shiva (i sette giorni di lutto) il rabbino si è accorto però di quanti altri genitori come lui avevano davvero bisogno di conforto e così ha deciso di portare avanti il progetto.
7 Ottobre ha fatto il suo debutto ufficiale al Teatro Gerard Behar di Gerusalemme il 25 gennaio, in occasione dei 30 giorni dalla morte di Yehonatan, ed è tornato in scena il 27 e 28 gennaio.
Il monologo di Hagay
Interpretato dallo stesso autore, il monologo racconta in una sola ora l’intera giornata di un padre che “decide di convivere con il proprio lutto mentre cerca di crescere al meglio i suoi tre figli”.
Un piccolo asse da stiro e una fila di sedie per bambini sono gli unici oggetti di scena presenti sul palco, utilizzati per richiamare gli attimi di vita quotidiana del protagonista: stirare i vestiti delle figlie, lasciarsi prendere dall’ansia quando non rientrano puntuali da scuola e partecipare alle riunioni genitori/insegnanti.
Durante una scena è anche presente la voce di Yehonatan ancora bambino, che Hagay aveva registrato 20 anni prima. “È davvero molto difficile per me portare sul palco quest’opera. Non tanto come attore, dato che non racconto davvero la mia storia, ma come padre e come persona” ha affermato Lober. “Eppure continuo a farlo, perché sono convinto che sia importante portare conforto agli altri genitori e far capire loro che non sono soli nel lutto.”
Yehonatan Lober
Il Sergente Elisha Yehonatan Lober aveva solo 24 anni quando lo scorso 25 dicembre rimase ucciso nei combattimenti contro i terroristi di Hamas a Gaza. Il funerale si è tenuto il 27 dicembre al cimitero militare Mount Herzl.
“Amore mio, quanto amavi questo Paese. Quando ne parlavi ero gelosa” ha affermato la vedova Aviya Lober, durante la cerimonia. La coppia ha un figlio di 10 mesi e quest’anno avrebbero dato il benvenuto al loro secondogenito. “Il parto è tra due mesi. Tu sarai lì, lo so. Non sarò da sola.”
Nelle ultime settimane, il padre Hagay Lober ha lanciato un appello accorato su Facebook per chiedere ai capi di governo una giornata di unità in onore di Yehonatan, cittadino cisgiordano. “Chiedo umilmente ai media e a tutta la nostra nazione un giorno di unità per sollevare la sua anima. Vi prego, non scrivete né trasmettete nulla che sia divisivo. Parlate bene degli altri e di coloro che prendono decisioni a nome del nostro popolo straordinario per cui mio figlio era orgoglioso di lottare”.
Persino il presidente Isaac Herzog ha affrontato in questi giorni il tema dell’unità, affermando che Israele non deve mai più tornare ad essere quel Paese diviso che era prima del 7 ottobre. “L’operazione di terra a Gaza ha visto la partecipazione unita della sinistra e della destra, dei religiosi e dei laici, dei nuovi immigrati e dei veterani. Molti di loro hanno combattuto e, troppo spesso, sono morti fianco a fianco” ha dichiarato Herzog. “Non dobbiamo più usare parole come ‘noi’ e ‘loro’, bensì andare avanti uniti”.
(Foto: The Times of Israel)