di Ilaria Ester Ramazzotti
La poetessa americana Louise Glück, premio Nobel per la letteratura nel 2020, nata a New York nel 1943 in una famiglia di immigrati ebrei ungheresi, è deceduta lo scorso 13 ottobre nella sua casa di Cambridge in Massachusetts. Era malata di cancro.
L’Accademia di Svezia, nelle motivazioni del Nobel, aveva evidenziato “la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”. Nella profondità dei suoi versi, Glück esplorava gli snodi traumatici che segnano il cammino delle nostre vite, le difficoltà delle relazioni interpersonali, la solitudine, i comportamenti umani, la natura. Fra le fonti privilegiate di studio e ispirazione annoverava i miti greci, gli autori classici, ma anche le pagine bibliche.
Nel corso della sua carriera aveva collezionato altri importanti riconoscimenti, dal Pulitzer (1993) al National Book Award (2014), alla nomina a poeta laureato degli Usa nel 2003. Nel 2015 aveva ricevuto dal presidente statunitense Barack Obama la National Humanities Medal. In Italia nel 2022 le era stato consegnato il LericiPea alla carriera. I suoi libri tradotti in italiano sono pubblicati da Il Saggiatore: L’iris selvatico (2020; già uscito nel 1992 per l’editore Giano), Averno (2020), Notte fedele e virtuosa (2021) e Ricette per l’inverno dal collettivo (2022), Ararat (2021; pubblicato nel 2020 da Dante & Descartes) e Meadowlands (2022).