Addio a Elie Wiesel, il narratore della notte del mondo

Personaggi e Storie

di Redazione

Dopo una lunga malattia, sabato 2 luglio è morto all’età di 87 anni Elie Wiesel, scrittore ebreo di origine romena sopravvissuto alla Shoah che dedicò tutta la vita a raccontare l’orrore che aveva vissuto.

Elie (Eliezer) Wiesel nasce nel 1928 a Sighet, una cittadina ungherese in una zona oggi appartenente alla Romania, figlio di una famiglia religiosa da cui attinge cultura e spirito hassidico. Figlio di un commerciante ebreo, Wiesel è vittima, con la famiglia, della persecuzione nazista. Da Auschwitz sarebbero ritornati solo lui e le due sorelle maggiori: dalla madre e dalla sorellina fu separato appena il convoglio giunse al campo, mentre il padre se lo vide morire sotto agli occhi, di fame e di maltrattamenti.

Dopo la prigionia ad Auschwitz e Buchenwald, e la liberazione, vive per alcuni anni in Francia. Alla Sorbona studia Letteratura e Filosofia, e nella prima metà degli anni Cinquanta inizia a dedicarsi all’attività giornalistica.

Si trasferisce a New York e nel 1956 diventa corrispondente di un giornale italiano presso le Nazioni Unite. Nel 1963 diventa cittadino americano.

Insegna materie religiose e umanistiche presso alcune università americane – a New York dal 1972 al 1976 poi a Boston – viene insignito di numerosi titoli onorifici accademici (nel 2000 anche dall’Università di Bologna) e nel 1986 riceve il Premio Nobel per la pace, in riconoscimento del suo impegno a favore della convivenza tra i popoli e contro ogni discriminazione. Nel 1992 fonda a Parigi l’Académie universelle des Cultures.

Nel 1992 Wiesel fonda, a Parigi, l’Académie universelle des cultures.

Nella sua vita Wiesel ha pubblicato ben 57 libri, tra cui La Notte, pubblicato nel 1958.