di Ilaria Ester Ramazzotti
C’è lo yiddish, naturalmente, ma anche il ladino. E poi il giudeo-arabico, classico o di Bagdad, il giudeo-turco, il giudeo-francese e non ultimo il giudeo-italiano. Sono dodici le lingue e i dialetti ebraici che l’Università di Oxford, in Inghilterra, ha inserito in specifici corsi di studio, impartiti a cura della Oxford School of Rare Jewish Languages. I corsi, iniziati questa settimana, durano un’ora a settimana online e sono gratuiti per tutti gli studenti.
La professoressa Judith Olszowy-Schlanger, presidente dell’Oxford Center for Hebrew and Jewish Studies e ideatrice del nuovo programma di studi linguistici, riportata dalla Jewish Telegraphic Agency, ha sottolineato: “Ci sono attualmente molti brillanti progetti di ricerca e piattaforme online riguardanti le lingue ebraiche. Quello che mancava, per il numero crescente di studenti interessati a imparare queste lingue, è la possibilità [di farlo] in ambito accademico”.
“Le persone al di fuori del mondo di lingua yiddish hanno l’idea sbagliata che lo yiddish stia scomparendo – ha spiegato Kalman Weiser, professore di studi ebraici moderni alla York University di Toronto -. Non è così, anzi [il numero dei parlanti] sta crescendo. Il giudeo-greco, invece, è una lingua destinata a scomparire”.
Se la lingua yiddish è parlata da 1 milione e mezzo di persone nel mondo, registrando numeri in crescita, alcuni dialetti fra il cui giudeo-francese, il giudeo-arabo classico e il giudeo-persiano classico, sono ormai considerati in estinzione. Il giudeo-neo-aramaico, per esempio, sembra oggi conosciuto e parlato solo da 60 persone. Ma approfondire questi dialetti e lingue vernacolari, che raccontano le storie secolari della Diaspora, può essere fonte di incomparabili saperi. Il ladino, la lingua romanza degli ebrei sefarditi ancora parlata da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, da alcuni anni suscita molto interesse fra gli studenti.
“Conoscere una lingua è una cosa, ma imparare e migliorare insieme ad altre persone è emozionante e motivante – ha detto ancora Weiser, sempre riportato dalla Jewish Telegraphic Agency -. Studiare una qualsiasi lingua ebraica, che faccia parte o meno della propria eredità culturale, apre una finestra sulla variegata storia dell’ebraismo mondiale”. Il professore di Toronto ha altresì menzionato la teoria proposta dal sociolinguista Max Weinreich in ‘La storia della lingua yiddish’, che suggerisce l’esistenza di una catena ininterrotta di lingue ebraiche derivanti dall’ebraico antico, di cui lo yiddish è l’ultimo anello. “Una volta adottato questo approccio, qualsiasi lingua ebraica diventa una parte vitale dell’ebraicità – ha ribadito Weiser -. Inizi da un punto, ma poi cominci a vedere il quadro più ampio”.
Il corso di giudeo-italiano alla Oxford School of Rare Jewish Languages
Sul sito della Oxford School of Rare Jewish Languages si legge che il corso di giudeo-italiano sarà strutturato e offerto in tre tappe. Il corso del primo semestre dell’anno accademico 2021-2022 fornisce una panoramica delle questioni sociolinguistiche relative al giudeo-italiano insieme a una descrizione approfondita di documentazione ebraica italiana. Il corso del secondo semestre sarà incentrato sulla lettura di un campione di testi letterari giudeo-italiani attestati dal 1200 al 1700, analizzandone i tratti fonologici, morfologici, sintattici e semantici. Il corso del terzo semestre si baserà sulla lettura, l’analisi e la traduzione di testi parlati in giudeo-italiano datati dal XIX al XX secolo. Durante il corso si porrà particolare enfasi sulla variazione geografica tra le varietà del giudeo-italiano alla luce della dialettologia italiana, nonché sulle somiglianze e differenze tra le lingue giudeo nella prospettiva dell’interlinguistica ebraica.
(Foto: Nuevo Silabario Espanyol- Salonica, 1929)