di Ilaria Ester Ramazzotti
Amazon non venderà più la maggior parte delle edizioni del Mein Kampf di Hitler e altri libri nazisti, perché contrari al codice deontologico del proprio sito. È il risultato di oltre vent’anni di proteste portate avanti da organizzazione ebraiche e per la memoria della Shoah. Lo fa sapere il quotidiano britannico The Guardian, che ha potuto leggere delle email con cui il gruppo di Seattle ha informato alcuni rivenditori.
Il mese scorso, il Museo di Auschwitz aveva contestato a Jeff Bezos, proprietario del colosso online, di realizzare dei profitti sulla “feroce propaganda nazista antisemita”. Nonostante le campagne messe in campo dagli anni novanta per convincere Amazon a non vendere più il libro del Fuhrer, il grande rivenditore online aveva fino ad oggi invocato il diritto di libera espressione e ribadito che solo la conoscenza storica di quanto accaduto negli anni bui del nazismo possa dare ai giovani le giuste capacità di analisi e di scelta. A questo fine, secondo questa posizione, andrebbe consentita la lettura del libro fondamentale del Terzo Reich.
Fra le altre pubblicazioni eliminate dal catalogo c’è anche ‘Il fungo velenoso’ del 1936, scritto dal gerarca Julius Streicher, oltre a libri per bambini ritenuti frutto di propaganda antisemita. Sempre The Guardian informa che alcune edizioni di tipo accademico e in lingua straniera del Mein Kampf sono tuttavia ancora reperibili su Amazon in Gran Bretagna, come l’edizione critica pubblicata in Germania nel 2016, con centinaia di pagine di annotazioni di studiosi. Va aggiunto che copie del Mein Kampf sono comunque reperibili in libreria o facilmente scaricabili dal web, così come altri testi e contenuti multimediali nazisti o neonazisti.