di Michael Soncin
La famiglia di un’ebrea sopravvissuta alla Shoah di nome Irma Klein ha lottato per un decennio in tribunale, per cercare di riavere il Dipinto con case dell’artista russo Wassily Kandinsky, dal valore di oltre 18 milioni di euro.
La signora Klein e il marito furono costretti durante gli anni ’40 delle persecuzioni antiebraiche a vendere il quadro ad una cifra che oggi corrisponde a circa 1300 euro, perché avevano bisogno di denaro per cercare in tutto i modi possibili di salvarsi dall’Olocausto.
Di conseguenza si tratta a tutti gli effetti di un bene sottratto dai nazisti. E proprio sul tema, sono ormai passati 23 anni dal lontano 1998, quando furono stilati i Principi di Washington (a cui parteciparono oltre quaranta paesi, tra cui anche i Paesi Bassi, l’Italia e Israele), una serie di norme che impongono di rivedere tutti gli acquisti d’incerta provenienza, per permettere che le opere sottratte ritornino a chi appartengono di diritto.
Attualmente l’opera si trova esposta presso il Stedelijk Museum di Amsterdam. Come riporta il Jerusalem Post, la sindaca della città vuole che il museo restituisca il dipinto ai legittimi proprietari. “La restituzione di quest’opera d’arte significherà molto per le vittime, ed è importante per riconoscere l’ingiustizia commessa“, ha affermato la sindaca di Amsterdam Femke Halsema.
Halsema ha chiesto al comitato olandese per la restituzione di rivalutare la decisione della sentenza del 2018 sulla richiesta di restituzione del dipinto di Kandinsky oggi di proprietà del museo Stedelijk. L’amara risposta del comitato ha detto che l’interesse pubblico dell’avere il dipinto in esposizione supera quello della famiglia che cerca di recuperarlo.
“La decisione del comitato, confermata in tribunale, diverge dalle norme internazionali concernenti la restituzione, provocando pressioni e proteste internazionali. L’anno scorso, una commissione d’inchiesta indipendente sui progressi riguardanti la restituzione di opere d’arte saccheggiate, ha pubblicato un dossier di 86 pagine intitolato Lotta verso la giustizia, dicendo che i Paesi Bassi sono stati uno dei primi nell’affrontare la questione legata alle opere d’arte rubate durante la seconda guerra mondiale, ma che negli ultimi anni la sua reputazione è stata danneggiata da un numero limitato di rifiuti come il caso di Kandinsky”, ha riportato il quotidiano.