Altiero Spinelli, Vera Vigevani Jarach, Jurij Dmitriev e Narges Mohammadi sono le figure che verranno onorate come nuovi Giusti nel 2024. Lo ha deciso l’Assemblea dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano – formata dalla Fondazione Gariwo, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e il Comune di Milano – che ha scelto anche il tema per le celebrazioni del 6 marzo al Giardino del Monte Stella di Milano. La Giornata dei Giusti dell’umanità 2024 sarà titolata “Memoria e responsabilità. L’esempio dei Giusti davanti alle sfide del nostro tempo“.
“Amore per la verità, libertà, giustizia, rispetto: sono questi i valori che abitano il Giardino dei Giusti di Milano grazie alle storie delle donne e degli uomini di ieri e di oggi che qui onoriamo – afferma il Sindaco di Milano Giuseppe Sala -. In un mondo dilaniato dalle guerre, dall’odio, dalla violenza, dalle discriminazioni e dai soprusi, l’impegno, la determinazione e il coraggio delle personalità che il prossimo 6 marzo accoglieremo al Monte Stella necessitano di essere riconosciuti, celebrati, ricordati e raccontati, soprattutto ai più giovani. In questo modo ciò che i Giusti ci hanno insegnato continuerà nella missione di stimolare un reale miglioramento della nostra società”.
“Il Giardino di Milano, come i Giardini dei Giusti del mondo, è un luogo nel quale la memoria di chi vive o ha vissuto per il bene degli altri viene coltivata e cresce come gli alberi che lo popolano – dichiara la Presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi -. Anche quest’anno la scelta è ricaduta su figure di ieri e di oggi che hanno interpretato o interpretano la migliore e più coraggiosa risposta ai mali del nostro tempo. Ancora oggi abbiamo bisogno di questi punti di luce che forniscono, in tempi difficili, una scia da seguire. Purtroppo, l’Europa e il mondo sono terreno di guerre e campagne d’odio che stanno colpendo prima di tutto i più fragili, bambini e civili. I Giusti sono persone che hanno lottato contro l’odio e la guerra per un mondo migliore. Al loro esempio dovremmo ispirarci tutti”.
“Il Giardino dei Giusti ha una funzione unica nella nostra città e rappresenta un esempio di eccellenza per tutto il nostro paese – spiega Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo -. Di fronte a ogni forma di odio che colpisce le donne e gli uomini in ogni parte del mondo dal Medio Oriente, alla Russia, all’Ucraina, all’Armenia, all’Argentina fino alla nostra Europa, il Giardino insegna la speranza e la fiducia nell’umanità attraverso il racconto delle figure morali del nostro tempo. Il nostro messaggio è quello di trasmettere una idea che possa essere raccolta da ogni giovane e cittadino nella sua vita quotidiana. Per questo ricordare nella cerimonia del 2024 Vera Vigevani Jarach, anima della ricerca dei desaparecidos in Argentina, Altiero Spinelli, il protagonista della nuova idea di Europa dopo la Seconda guerra mondiale, Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace anima della lotte in Iran, oggi ancora reclusa in prigione, e lo storico russo Jurij Dmitriev, condannato a 15 anni di colonia penale per il suo lavoro di documentazione sui gulag di fronte alla cancellazione voluta da Putin, è uno stimolo per il nostro impegno per la democrazia, il rispetto dell’altro e una vita che consideri la solidarietà il modo migliore di fare il nostro mestiere di uomini, come insegnavano Seneca e Marco Aurelio che ci ammonivano a non chiuderci nel nostro ego”.
BIOGRAFIE
Di seguito delle brevi biografie dei Giusti, disponibili per esteso sull’Enciclopedia di Gariwo.
Altiero Spinelli (1907-1986). Politico e scrittore, ha iniziato la propria militanza antifascista appena diciassettenne in risposta all’omicidio Matteotti. Nel 1927 è stato arrestato in un bar di Milano in quanto ritenuto un elemento pericoloso da parte del regime di Mussolini. A partire da quel momento, Spinelli ha cominciato un lungo periodo di prigionia nelle carceri fasciste, venendo recluso anche a Ventotene, isola di confino per i dissidenti politici durante la dittatura. In quel luogo Spinelli ha redatto, insieme a Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, il Manifesto per un’Europa libera e unita, meglio noto come Manifesto di Ventotene. Un documento rivoluzionario, che ha posto le basi politiche e ideologiche della futura unione tra Stati europei. Liberato nel 1943, Spinelli è divenuto uno dei principali animatori delle battaglie in favore dell’integrazione europea, dedicando il resto della propria vita alla politica.
Vera Vigevani Jarach (1928). Giornalista italiana residente in Argentina, è cofondatrice del movimento delle Madri di Plaza de Mayo. Nata e cresciuta a Milano, dopo le leggi razziali fasciste si trasferisce in Argentina con la sua famiglia (fatta eccezione per suo nonno, poi deportato e ucciso ad Auschwitz). Il 25 giugno 1976, pochi mesi dopo il golpe della Giunta di Videla, i militari fermano e sequestrano sua figlia Franca. Da allora, Vera Vigevani e suo marito Giorgio Jarach non l’hanno più rivista. Vera Vigevani è stata tra le fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo, movimento che chiede giustizia e verità per i tanti desaparecidos rapiti, torturati e uccisi durante la dittatura. Ancora oggi, nonostante i suoi 95 anni, Vera Vigevani continua a portare nelle scuole la testimonianza dei regimi che ha vissuto, promuovendo tra gli studenti valori di democrazia e rispetto dei diritti umani.
Jurij Dmitriev (1956). Storico russo, direttore della sezione regionale della Carelia di Memorial, la principale ONG russa in tema di memoria storica e monitoraggio del rispetto dei diritti umani, oltre che il più importante centro di ricerca sulle repressioni sovietiche. Dmitriev è stato l’autore dei “libri della memoria”, antologie contenenti migliaia di nomi e biografie di vittime dello stalinismo. Egli ha inoltre scoperto due tra i più importanti luoghi di sepoltura di massa di vittime dello stalinismo, Sandormoch e Krasnyj Bor. La sua coraggiosa attività sulla memoria lo ha reso inviso alle autorità russe che, a partire dal 2014, lo hanno sottoposto a pressioni crescenti. Da allora, Dmitriev è stato protagonista di tre processi, tutti segnati da violazioni gravi del diritto di difesa, che hanno portato alla sua condanna a 15 anni di colonia penale, nonostante tutte le perizie indipendenti avessero smentito le tesi dell’accusa.
Narges Mohammadi (1972). Attivista iraniana, nel 2009 è diventata vicepresidente del DHRC, Defenders of Human Rights Center, organizzazione che ha difeso i prigionieri politici e di coscienza nei procedimenti giudiziari. Narges Mohammadi ha dedicato la sua vita alla lotta per i diritti umani in Iran contro l’oppressione della teocrazia iraniana. Si è opposta alle condanne a morte ordinate, anche contro i minorenni, da parte del regime, denunciando gli ufficiali giudiziari responsabili di tortura. Dagli anni ’90 entra ed esce dalle carceri. L’ultimo arresto risale al 21 aprile 2022, quando è stata condannata a scontare otto anni di prigionia per presunti crimini contro la sicurezza nazionale dell’Iran. Il 6 ottobre 2023 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”.
L’Assemblea ha inoltre approvato le candidature pervenute all’Associazione per i Giusti segnalati dalla società civile. Anche quest’anno, infatti, dai cittadini e dal mondo delle associazioni sono arrivate segnalazioni di figure esemplari le cui storie verranno ricordate nel corso delle cerimonie per la Giornata dei Giusti.
Si tratta di: Padre Gianantonio da Romallo (al secolo Giacomo Federico Agosti), Madre Luisa Arlotti, Vesna Bosanac, Padre Biagio Conte, Caterina Giordano, Suor Maria Goglia, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, l’equipaggio del transatlantico Rex, Arminio Wachsberger, Zabel Yessayan.