Il Coronavirus è un “complotto sionista” secondo una parte della società turca

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano

Il 16 marzo gli esponenti del Movimento per la lotta all’antisemitismo avevano avvertito le comunità ebraiche di tutto il mondo, sostenendo che in queste settimane circolassero preoccupanti teorie antisemite sugli ebrei e su Israele legate all’emergenza Covid-19.

Secondo il Middle East Media Research Institute, l’opinione pubblica turca è convinta che il Coronavirus faccia parte di un “piano sionista” per ridurre la popolazione mondiale.

Un ulteriore monito arriva da un articolo del Jerusalem Post che raccoglie una serie di episodi legati al complottismo turco di matrice antisemita. La giornalista Donna Rachel Edmunds ha infatti scritto che la popolazione, i politici e i media della Turchia stanno alimentando una retorica complottista soprattutto su Israele e sul futuro vaccino per curare il Covid-19.

La tesi antisemita è stata resa nota anche da alcuni video raccolti dal MEMRI, un’organizzazione che traduce in inglese i media arabi del Medioriente.

Il 13 marzo per esempio è stato pubblicato un video su Twitter da l’utente IMChamber24 in cui un’autista di un autobus discute con i suoi passeggeri della diffusione del Covid-19 in Turchia. Il guidatore sostiene che le malattie più gravi comparse negli ultimi decenni sul pianeta, dall’AIDS all’Ebola, siano state create dalle case farmaceutiche controllate dagli ebrei. Le sue parole scatenano poi ulteriori affermazioni antisemite dei passeggeri come “gli ebrei stanno facendo qualsiasi cosa per terminare la discendenza turca” e “gli ebrei fanno di tutto per mettere in ginocchio il mondo“. Non soddisfatto, il guidatore termina poi il suo exploit antisemita dichiarando: «Comunque gli ebrei sono una razza maledetta».

Come riferisce il Jerusalem Post, il 6 marzo invece è stato riportato che Fatih Erbakan, capo del partito Refah e figlio dell’ex primo ministro Necmettin Erbakan, avrebbe affermato in un suo discorso che il virus sarebbe “utile ai sionisti per raggiungere il loro obiettivo di riduzione del numero della popolazione mondiale”. «Il sionismo è un batterio che causa sofferenza da 5mila anni», avrebbe dichiarato il rappresentante turco. Erbakan è un politico di rilievo nel panorama turco perché si afferma che sia stato il mentore dell’attuale presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan.

Il pensiero antisemita sul Covid-19 si è diffuso persino nella redazione del quotidiano turco Yeni Akit che ha pubblicato un editoriale altamente offensivo e razzista nei confronti di Israele. Il 10 marzo il giornalista Abdurrahman Dilipak ha infatti scritto che un futuro vaccino israeliano sarà la conferma di un “piano sionista” più esteso: «Osserviamo come alcune persone oggi si siano rimboccate le maniche per realizzare il piano nazista». «Vogliono ridurre il numero delle persone […] e sterilizzare le famiglie», ha scritto il reporter turco aggiungendo che al probabile vaccino israeliano contro il Coronavirus verrà aggiunta una sostanza “per sterilizzare i turchi” e “per guadagnare denaro”.

Attualmente non sono chiare le stime dei contagi da Covid-19 in Turchia. Il 13 marzo, un medico turco ha pubblicato un video su Youtube in cui ha dichiarato che il 60% della popolazione turca è già stato infettato dal Coronavirus ma che il governo della Turchia non ha intenzione di fare dei test per non diramare la cifra reale dei contagi.

Il monito dell’attivista Sharansky: “In Iran e Turchia si dice che Israele ha creato il Coronavirus”

Come in passato, così nel nostro presente, si ripresentano teorie complottiste marcatamente antisemite che accusano Israele e gli ebrei di aver creato e diffuso il Covid-19. Un’antica forma di antisemitismo che si ripresenta a livello globale e che può mettere in pericolo le comunità ebraiche di tutto il mondo. A sollevare la questione è stato il Movimento per la lotta all’antisemitismo (CAM) che il 16 marzo ha organizzato una conferenza online per discutere degli atteggiamenti anti-ebraici e anti-israeliani legati alle teorie sulla diffusione del Coronavirus.

Inizialmente la conferenza sull‘antisemitismo al tempo del Covid-19 si sarebbe dovuta svolgere presso il National Museum of American Jewish History di Filadelfia negli Stati Uniti. A causa dell’emergenza sanitaria però si è svolta online: hanno partecipato alla diretta streaming circa 30mila utenti da tutto il mondo. Durante l’incontro hanno parlato Elan Carr, inviato speciale del governo USA per la lotta all’antisemitismo, e Natan Sharansky, noto attivista per i diritti umani.

Come riporta Israel National News, Sharansky ha dichiarato che alcuni paesi, in particolare Iran e Turchia, stanno confezionando fake news ad arte per alimentare la loro propaganda antisemita legata all’epidemia di Covid-19. Sono frequenti le accuse rivolte a Israele e si invita la popolazione a non usare il vaccino israeliano qualora un giorno venisse prodotto e diffuso in tutto il mondo.

«Stanno incolpando gli ebrei, accusandoli di cercare di distruggere l’economia per fare soldi. Incolpano anche Israele per aver creato il virus. Sappiamo che accusare gli ebrei di diffondere la peste non è una novità. Lo abbiamo visto nel Medioevo, durante la peste nera che ha investito l’Europa. Inoltre, accusarono gli ebrei di una diffusione volontaria della malattia», ha dichiarato l’attivista. «La differenza tra il presente e il passato è che oggi esiste un solido Stato di Israele e siamo determinati a combattere l’antisemitismo e a sconfiggerlo».

A fargli eco il direttore del CAM Sacha Roytman-Dratwa: «L’epidemia di Coronavirus è un terreno fertile per la diffusione della propaganda antisemita. Per questo motivo, e alla luce di un generale aumento degli atti antisemiti negli ultimi mesi, esortiamo i governi a prendere una decisa posizione contro qualsiasi insorgenza di antisemitismo e consigliamo alle comunità ebraiche di prendere ulteriori precauzioni».