di Carlotta Jarach
NEW YORK- “Si sono risvegliati quegli spiriti terribili che l’ONU aveva il compito di prevenire”. Parla così, alla sessione speciale tenutasi il 22 gennaio scorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il filosofo francese Bernard Henry Levy, per denunciare la situazione attuale due settimane dopo gli attacchi islamici di Parigi che hanno sconvolto il mondo.
La riunione, che era stata prevista già prima degli attacchi al settimanale satirico Charlie Hebdo e al supermercato kasher, ha ovviamente assunto un nuovo senso di urgenza alla luce dei violenti avvenimenti.
Bernerd Henry Levy all’ONU
Come riportato su vari media, il filosofo Levy è intervenuto all’Assemblea riunita dichiarando che il mondo è ora chiamato ad affrontare la rinnovata e radicata disumanità che è l’Antisemitismo.
“A Parigi, pochi giorni fa, abbiamo sentito ancora una volta il grido infame morte agli ebrei: dei fumettisti sono stati uccisi perché fumettisti, una poliziotta perché poliziotta, degli ebrei solo perché ebrei. In altre capitali d’Europa e altrove, incolpare gli ebrei è tornato il grido di battaglia di un nuovo ordine di assassini. O forse gli assassini sono sempre gli stessi, ma ammantati di nuove abitudini” ha detto Levy.
Mai più
Le Nazioni Unite, ricorda il filosofo, furono istituite sulla scia della seconda guerra mondiale, dopo l’assassinio di oltre sei milioni di ebrei: “Questa assemblea aveva il sacro compito di prevenire quegli spiriti terribili. Il risveglio della violenza non è stato impedito; sono tornati gli spiriti, ed è proprio per questo che siamo qui”.
Su questo stesso tema si è espresso l’ambasciatore israeliano Ron Prosor: “Il mondo si era ripromesso che ‘mai più sarebbe successo’, ma a settant’anni dalla conclusione della Shoah gli ebrei europei vivono ancora nella paura”.
Ripercussioni su Israele
E il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha ricordato gli sforzi delle Nazioni Unite, messi a dura prova dai crescenti estremisti, ma ha altresì affermato con forza che il conflitto in Medio Oriente non deve servire a pretesto per generare altra violenza.
“Rimostranze circa le azioni israeliane non devono mai essere usate come pretesto per attaccare gli ebrei. Allo stesso modo però, le critiche alle azioni israeliane non devono essere sinteticamente viste come atti di antisemitismo”, ha detto Ban.
Chiaro quindi il suo intento: il binomio ebreo-israeliano è errato, e politica israeliana e identità ebraica non devono essere assimilate. Anche Levy stesso ha evocato la crisi in Medio Oriente, respingendo il parere secondo cui le tensioni israelo-palestinesi siano l’unica causa dell’aumentato antisemitismo: “Anche se Israele fosse esemplare, anche se concedesse ai palestinesi uno Stato che è loro di diritto, anche allora l’odio enigmatico antiebraico, vecchio come il mondo, non muterà di una virgola”, ha detto.
Gli ebrei e la Francia
Il ministro francese per l’Europa, Harlem Desir, ha affermato poi che il mondo deve rispondere risolutamente degli atti di antisemitismo e ha ricordato che il suo governo ha preso serie misure per proteggere i siti ebraici, per combattere l’odio che dilaga su Internet, e che sta cercando di promuovere la tolleranza attraverso l’educazione: “Coloro che attaccano gli ebrei in Francia perché ebrei non fanno altro che attaccare la Francia, i suoi valori, la repubblica e la sua integrità” ha detto Desir.
L’ONU ha parlato: sarà ora compito dei vari governi e della società civile tutta debellare l’odio.