di Sofia Tranchina
Il vicesegretario di Stato degli USA Anthony Blinken conferma: «Israele ha fatto passi importanti per evitare di colpire i civili a Gaza», come evidenziato dal Times of Israel.
Dopo un viaggio in Medio Oriente volto a consolidare e sostenere il cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas la scorsa settimana – durante il quale ha visitato non solo Israele e Cisgiordania ma anche Egitto e Giordania – Blinken ha partecipato a un’intervista con Yonit Levi sul Canale 12 della televisione israeliana.
Prima di tutto – spiega il vicesegretario – bisogna gestire l’emergenza umanitaria a Gaza: assistenza, acqua, elettricità e impianti igienici. Dopodiché, bisogna fare qualcosa per rompere il ciclo di violenza: «abbiamo parlato di come far sì che entrambi i popoli abbiano uguali misure di sicurezza».
Con una domanda diretta a bruciapelo, Levi ha chiesto se ci fosse il rischio che l’amministrazione Biden – sotto la pressione dell’opposizione – rimettesse in discussione gli accordi con Israele riguardo le forniture di munizioni di precisione guidata (precision-guided weapons), ovvero armi dalla mira sofisticata progettate per colpire obiettivi precisi.
In risposta, Blinken ricorda il quadro in cui Israele si è trovata a combattere: laddove il gruppo terroristico Hamas «mirava indiscriminatamente ai civili», Israele, nel rispondere agli attacchi, ha fatto di tutto per evitare danni ai civili, anche se ciò ha richiesto uno sforzo ulteriore. Questo è evidente, nonostante entrambi i fronti abbiano subito perdite di uomini, donne e bambini.
Per far sì che Israele possa rimanere uno Stato democratico e attento anche quando si trovi a dover difendere i propri cittadini, l’amministrazione Biden intende continuare a prodigarsi affinché questi abbia sempre i mezzi per evitare danni ai civili.
Inoltre, l’attuale governo USA – ribadisce Blinken – è favorevole alla soluzione dei due Stati; ma la prima cosa da fare sarà «ricreare fiducia tra i due popoli, affinché si possa poi ricominciare a parlare di accordi di pace duraturi».
L’intervista integrale sul sito del governo americano .