di Redazione
In occasione del 75esimo anniversario del salvataggio degli ebrei di Bulgaria, giovedì 21 giugno un albero sarà piantato nel giardino della Nuova Università Bulgara (NUB) di Sofia in onore di Dimitar Peshev, il vicepresidente del Parlamento bulgaro che nel marzo del 1943 impedì la deportazione dei 48mila ebrei del suo Paese.
La figura di Peshev è stata riscoperta da Gabriele Nissim che, nel libro L’uomo che fermò Hitler (Mondadori, 1998), ne ha ricostruito la vicenda politica e umana: dal “risveglio della coscienza” grazie all’incontro con l’amico d’infanzia che lo mette in guardia sul destino degli ebrei, all’intervento per impedirne la deportazione, fino agli ultimi anni trascorsi in solitudine ai margini della vita sociale.
Il volume esce in questi giorni in Bulgaria nella traduzione di Emilia Daskalova curata da Neli Radanova e sarà presentato nel corso della cerimonia dall’autore con lo storico Vesselin Metodiev, l’attrice e regista Eva Volitzer e Sofi Danon, testimone di quanto accaduto nel 1943.
“Questo è il primo importante passo nella creazione del Giardino dei Giusti nell’unico Paese dell’est europeo, alleato con la Germania di Hitler, dove tutti gli ebrei furono salvati grazie al coraggio di un esponente politico che bloccò il piano segreto del governo” dice il presidente di Gariwo Gabriele Nissim. “L’iniziativa di Peshev e degli altri parlamentari bulgari dimostra che c’è sempre un margine per dire no. E la lezione vale soprattutto per l’oggi: dicendo la verità sulle possibili conseguenze dei nazionalismi è possibile convincere anche chi la pensa diversamente e opporre una resistenza culturale allo sfaldamento dell’Europa”.
L’iniziativa di Sofia in onore di Peshev, riconosciuto Giusto tra le Nazioni da Yad Vashem e ricordato con un albero al Monte Stella di Milano, ha luogo a pochi giorni dalle cerimonie nei Giardini dei Giusti di Varsavia (18 giugno) – con la dedica degli alberi a Raphael Lemkin, Armin Wegner e Adalbert Wojciech Zink – e di Tunisi (25 giugno), dove sarà ricordato Mohamed Abid, il tunisino che si è sacrificato per salvare madre e figlio in mare ad Agrigento.