Il cantante dei One Direction Niall Horan

Dopo il caso Wiley vari artisti si schierano in difesa degli ebrei

Personaggi e Storie

di Roberto Zadik
La scena musicale del Regno Unito in questi anni, spesso è stata tormentata dalle esternazioni antisemite di alcuni artisti. Dall’ex Pink Floyd Roger Waters al rapper Wiley che con i suoi tweet antiebraici usciti nei giorno scorsi sta provocando un vero “terremoto”.

Però all’interno dell’attuale realtà pop del Paese ci sono anche tanti cantautori e manager filosemiti e a questo proposito il sito Ynet ha pubblicato la notizia della lettera contro l’antisemitismo No silence in music (Niente silenzio nella musica) uscita sabato 1 agosto e firmata da una serie di importanti esponenti dell’attuale show business britannico. Dal cantautore James Blunt, famoso per brani poetici come High alla cantante pop Lily Alen, a Nial Horan (nella foto) leader della band dei One Direction fino a “colossali”case di produzione come Universal, Warner e Sony che hanno espresso la loro condanna unanime contro qualsiasi forma di razzismo in seguito ai commenti su Twitter del rapper.

Si tratta di un appello molto intenso e partecipato firmato da un centinaio di artisti e di impresari dell’industria musicale inglese che indignati dalle provocazioni di Wiley hanno esternato il loro disappunto sottolineando la loro determinazione affinché i valori della “fratellanza, dell’unione e dell’amicizia prevalgano sulle divisioni e sull’odio” come recita una delle frasi del testo. “Dalla schiavitù all’Olocausto abbiamo assistito a dolorose testimonianze collettive dei danni del razzismo. Tutte le forme di intolleranza” ha proseguito la lettera “hanno elementi comuni come, ignoranza, mancanza di educazione e ricerca di capri espiatori”.

La situazione però resta alquanto tesa e sempre stando a Ynetnews in seguito alle dichiarazioni del rapper molti ebrei inglesi avevano  “bloccato” l’uso di Twitter per due giorni con l’hastag NoSafeForJewHate (Non c’è salvezza per l’odio antiebraico) come protesta contro il social che avrebbe permesso alle frasi antisemite del rapper di rimanere online indisturbatamente e senza conseguenze per diversi giorni prima di cancellarle e di bannare totalmente Wiley non solo da Twitter ma anche da Facebook e da Instagram. Stando a Nbcnews l’artista 41enne  il cui vero nome è Richard Cowie avrebbe paragonato gli ebrei al Ku Klux Klan (società segreta americana estremamente violenta e razzista) affermando che gli ebrei nell’industria musicale “sfruttano sistematicamente gli artisti neri”.  Secondo il sito i24 news le frasi antisemite di questo artista si ispirano alle idee estremiste del Fronte Nazionale Islamico guidate dal discutibile personaggio di Louis Farrakhan che una volta è arrivato a sostenere “gli ebrei non sono il vero popolo di Israele.”