Ci ha lasciati Rav Chaim Druckman: addio al più anziano leader religioso-sionista

Personaggi e Storie

di David Zebuloni

Vi sono alcune rare figure che, quando vengono a mancare, lasciano in chi resta la strana percezione di essere orfani. Questo senso di solitudine, quasi abbandono, è stato accusato da molti e  molti israeliani la scorsa notte, alla scomparsa di Rav Haim Druckman, e di nuovo questa mattina, durante il suo funale, al quale hanno partecipato migliaia di seguaci, tra i quali il Presidente Herzog, il Premier Netanyahu e tutti i più illustri rabbini della nostra epoca.

L’amato rabbino, senza dubbio tra i più influenti sul piano politico e sociale che Israele abbia mai visto, si è spento all’età di novant’anni a causa di alcune complicazioni dovute al Covid, lasciando un grande vuoto nella leadership sionista religiosa. Druckman era infatti il più anziano degli esponenti appartenenti a quella corrente spirituale e politica che, proprio nelle ultime elezioni, ha visto una rivalsa, portando a casa 14 mandati e permettendo a Netanyahu di formare un governo omogeneo di destra.

Nato nel 1932 a Kuty in Polonia, l’allora bambino Haim era scampato alle persecuzioni naziste nascondendosi prima in un rifugio sotterraneo con i suoi genitori, e poi da solo in un orfanotrofio in Romania. Nel 1994 arrivò finalmente in Terra d’Israele, dove si dedicò allo studio in Yeshiv e arruolandosi nelle forze di difesa israeliane. Dopo il servizio militare, il giovane Druckman studiò a Gerusalemme al Mercaz Harav Yeshiva: la più importante istituzione del movimento religioso sionista, sotto la guida di Rav Zvi Yehuda Kook. Più avanti, nel corso della sua lunga e piena vita, Rav Druckman ha fondato varie importanti organizzazioni, come l’Or Etzion Yeshiva, e guidato le Yeshivot e le Ulpanot del movimento Bnei Akiva, di cui è stato punto di riferimento spirituale fino ad oggi.

Nel 1977 divenne deputano alla Knesset del partito nazionale religioso, ricoprendo anche il ruolo di viceministro e servendo la politica israeliana per 14 anni. I suoi seguaci raccontano che, a differenza di altre guide spirituali, Rav Druckman era tra i pochissimi a non aver perso la sua credibilità rabbinica e autorità spirituale, nonostante il coinvolgimento diretto nella spesso travagliata vita politica. Un impegno, il suo, che nel 2012 gli è costato un Premio Israele, il più prestigioso nello Stato Ebraico, per i traguardi personali e sociali raggiunti.

“La tua vita è stata carica di significato e con un profondo senso di missione, con una rara consapevolezza del peso della responsabilità per la grandezza del tuo compito”, ha detto il Presidente Herzog al funerale. Poi ha aggiunto: “In ogni momento della tua vita, hai portato sulle tue spalle l’onere di guidare il popolo, e hai donato della tua anima e della tua forza per il bene del paese. Sei sempre stato attento, sempre libero, sempre in ascolto. Erano tutti tuoi figli. Erano tutti tuoi studenti. Li hai accolti tutti, con attenzione, con ospitalità, con gli occhi luminosi”.

Anche il di nuovo neo Premier Netanyahu ha porto il suo estremo saluto. “Rav Druckman amava la Torah, il popolo d’Israele e la Terra d’Israele. Era un mio caro amico, sempre molto vicino al mio cuore. Aveva dodici anni quando mise piede per la prima volta in Israele, e all’età di 90 anni è ora seppellito nella sua amata patria. Rav Druckman ha investito personalmente in ogni suo allievo, senza mai rinunciare ai valori nei quali credeva: l’integrità della Terra d’Israele, i valori nazionali e l’educazione all’identità. Sapeva unire tutti e anch’io, come lui, sono dell’opinione che sia possibile e necessario formare ampi accordi attorno a quelle questioni fondamentali che sono al centro della nostra esistenza nazionale”, ha dichiarato.

Le parole più toccanti, tuttavia, sono state della figlia Bruria. “Papà era un gigante in molte cose. Un gigante della Torah, un gigante della generosità”, ​​ha raccontato commossa. “Fino a due settimane fa, dava ancora lezioni e non mi sembrava che fossero le sue ultime. Sapevamo che era debole, ma viveva ancora come se fosse un giovane. Da bambino è scampato alla Shoah, arrivando in Israele da solo, senza nessuno. Per miracolo si è salvato e, pertanto, mi ha sempre insegnato: ‘una vita che è stata data in dono, non può essere sprecata’. Da quando sono nata, lui è sempre stato molto impegnato, ha sempre vissuto con grande devozione, ma è anche stato un padre molto presente. C’è sempre stato per me, era il mio pilastro”.

Si conclude dunque un’era per la corrente sionista-religiosa in Israele. Centinaia di migliaia di fedeli si ritrovano oggi orfani di quella guida, quel padre, quel maestro, che è stato per loro Rav Druckman. Una perdita anche politica, che lascia il terzo partito più grande della Knesset nel buio più totale. Nessuno prenderà il suo posto, la tzionut hadatit dovrà imparare a camminare con le proprie gambe.