Ci ha lasciato Rav Steinsaltz, lo studioso del millennio. Il messaggio dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia

Personaggi e Storie

di David Zebuloni

Si è spento questa notte all’età di 83 anni, Rav Adin Even-Israel Steinsaltz, noto come uno dei più grandi Maestri di Talmud che la nostra epoca abbia conosciuto.

Un Maestro talmente grande ed apprezzato in tutto il mondo, da essere stato nominato dalla rivista Time lo “studioso del millennio”. Da molti altri invece, il “Rashi della nostra epoca”.

Le opere che portano la firma di Rav Steinsaltz sono numerosissime, se ne contano a decine, ma una in particolare viene e verrà ricordata. Un’opera monumentale diventata missione di vita per lo stesso Steinsaltz, che ha stravolto il modo di studiare e concepire il Talmud. Un’opera che inizialmente era stata fortemente criticata dai più conformisti, in quanto considerata dissacrante, ma che era stata poi altrettanto osannata da chiunque ne abbia fatto uso. Si tratta della traduzione del Talmud babilonese nella sua versione integrale, prima dall’aramaico all’ebraico moderno e poi in altre lingue quali il francese, il russo e lo spagnolo. Anche il progetto di traduzione del Talmud in lingua italiana, edita da Giuntina, è stata realizzata in diretta collaborazione con Rav Steinsaltz, che sin dai principi ha abbracciato, incoraggiato e sostenuto il progetto.

“È molto difficile trovare libro più stimolante e vivido del Talmud”, aveva affermato nella Sinagoga centrale di via Guastalla nel 2014, durante una conferenza tenuta in occasione dell’evento Jewish and the City. “Leggetevi un bel capitolo e dormirete meglio”, aveva poi aggiunto con quel tono ironico che tanto caratterizzava la sua persona. “Il Talmud è come l’elettrocardiogramma dell’ebraismo, fatto di onde, sussulti, oscillazioni, aritmie, rallentamenti e accelerazioni tachicardiche”, aveva invece dichiarato durante la sua ultima visita in Italia. “Il Talmud è il pilastro centrale della cultura ebraica”, aveva spiegato a Monica Mondo, in un’intervista trasmessa su Tv2000. “È un libro grosso, sono circa 5700 pagine, non c’è un altro libro simile al mondo, eppure credo di aver letto abbastanza. È un libro sulla legalità, sulla vita, sulla storia della persona, sulle questioni più bizzarre del quotidiano, e sui problemi alti della teologia. È un oceano e io ho inventato una barca per aiutare le persone ad attraversarlo.”

Un amore viscerale dunque quello per il Talmud, che ha segnato profondamente non solo la vita del grande Maestro, ma anche e soprattutto la storia dell’ebraismo moderno, rendendone lo studio accessibile a tutti: eruditi e no. Una barca, appunto, capace di attraversare un oceano immenso come quello della sapienza. Lì dove nessuno era riuscito a definire l’orizzonte, lui era riuscito a tracciarne una linea netta e facilmente raggiungibile.

Con la sua scomparsa, Rav Steinsaltz lascia un vuoto incolmabile nell’ebraismo mondiale. Di lui l’umanità ricorderà la conoscenza, la saggezza, la cultura, la dottrina, l’erudizione, l’istruzione e la grande, tagliente, geniale ironia. Così semplice e così ebraica, proprio come è stata la sua vita.

Il comunicato della

ASSEMBLEA DEI RABBINI D’ITALIA

Rav Adin Even Israel Steinsaltz è stato il protagonista di una rivoluzione culturale nel mondo della Torà. Ha intuito la necessità di un allargamento del bacino degli studiosi di Talmud che poteva realizzarsi mettendo a disposizione del pubblico una traduzione commentata in ebraico attuale. Mentre qualcuno esprimeva dubbi e perplessità per questa intrusione nel metodo traduzionale di studio, centinaia di migliaia di persone, forse milioni, hanno, grazie a lui, finalmente aperto una pagina di Talmud scoprendone il fascino. Rav Steinsaltz non solo ha avuto l’idea ma l’ha realizzata con tenacia e con la sua genialità e competenza pluridisciplinare. L’Italia ebraica ricorda anche il suo affetto per i nostri luoghi, tradizioni, comunità che ha frequentemente visitato e dove ha parlato, insegnato e ha rappresentato spesso una guida spirituale con le sue sollecitazioni e i suoi consigli.

Yehi zikhrò barukh

Consiglio ARi