In ricordo dello scrittore Sami Michael, paladino delle minoranze oppresse

Personaggi e Storie

di Anna Balestrieri
Sami Michael, un prolifico autore iracheno-israeliano rinomato per le sue narrazioni commoventi che gettano luce sulle difficoltà delle minoranze oppresse e sulle sfide affrontate dagli ebrei provenienti dai paesi arabi, è venuto a mancare lunedì primo aprile all’età di 97 anni.

Nato a Baghdad, in Iraq, nel 1926 con il nome di Kamal Salah Menashe, Michael si è distinto non solo come autore prolifico, ma anche come drammaturgo, traduttore, attivista sociale e presidente dell’Associazione per i Diritti Civili in Israele. La sua produzione letteraria, tradotta in numerose lingue e adattata per teatro, cinema e televisione, lo ha reso una delle figure di spicco della letteratura ebraica contemporanea.

Nato in un quartiere culturalmente vivace e benestante di Baghdad nel 1926, l’infanzia di Michael lo ha immerso nella cultura araba. sopravvisse ai pogrom del 1941 (il Farhud). In gioventù, Michael si unì all’underground comunista in Iraq, combattendo per sette anni contro il regime e per i diritti umani sia in qualità di patriota iracheno sia come ebreo. Nel 1948, a seguito di un mandato di arresto emesso contro di lui, fuggì in Iran e cambiò nome. L’anno successivo, temendo di essere deportato in Iraq, giunse in Israele nel 1949, stabilendosi dapprima a Giaffa e successivamente nella città settentrionale di Haifa, che diventerà, insieme alla natale Baghdad, la co-protagonista di tutti i suoi romanzi.

Attivo nel Partito Comunista Israeliano fino al 1955, fece parte di quanti si distaccarono dall’ideologia a seguito della morte del leader e delle rivelazioni circa il terrore staliniano, dichiarando “Ho abbandonato il partito ma non gli ideali del socialismo.” Nel comitato editoriale di Al Itihad e Al Jadid (giornali in lingua araba del partito comunista) lavorò come redattore per quattro anni. Allo stesso tempo tenne una rubrica settimanale in cui scriveva racconti e articoli sotto lo pseudonimo di “Samir Mared”.

In Israele, lavorò come idrologo per il Ministero dell’Agricoltura dal 1955 al 1982, proseguendo contemporaneamente gli studi in idrologia presso gli Istituti Britannici e in psicologia e letteratura araba presso l’Università di Haifa.

Dopo un periodo di silenzio letterario di 15 anni, Michael ritornò alla scrittura all’inizio degli anni ’70, questa volta in ebraico. La sua produzione contribuì a un cambiamento nella rappresentazione sociale nella letteratura israeliana a partire dalla metà degli anni ’70, aprendo le porte alla multiculturalità e alla rappresentazione delle comunità etniche e delle minoranze.

Il suo romanzo d’esordio in ebraico, Tutti gli uomini sono uguali – Ma alcuni lo sono di più (nella traduzione in inglese, che rende l’effetto comico più immediato), pubblicato nel 1974, tratta della discriminazione subita dagli immigrati dai paesi islamici in Israele attraverso la storia di una famiglia irachena emigrata da Baghdad.

Sotto lo pseudonimo di Sami Michael, pubblicò ventuno libri in ebraico, spaziando tra libri per bambini, romanzi per giovani, narrativa per adulti e monografie. I suoi lavori, che affrontano le identità e i conflitti esistenziali di donne e uomini, ebrei e arabi, immigrati e membri di diverse classi sociali, hanno vinto numerosi premi nazionali e internazionali.

Attraverso i suoi romanzi, Michael ha dato voce a “l’Altro”, “lo straniero”, “l’esterno”, conferendo a questi personaggi una presenza autonoma e riconoscendo le loro sfide nell’affermarsi in una società in evoluzione come Israele.

Attraverso i suoi personaggi, spesso riflessi della sua stessa esperienza, Michael ha illuminato le lotte e le vittorie degli ebrei mizrahim, esplorando anche i suoi profondi legami con i palestinesi israeliani nella diversificata città di Haifa, nonostante fosse contrario alla definizione “Mizrahi”, interpretazione di un’identità fittizia di Mapai per preservare un “rivale” degli “Ashkenaziti” e aiutarli a spingere i “Mizrahim” più in basso nella scala socio-economica, oltre a confondere in un unico calderone  tutti gli ebrei orientali come “un solo popolo” cancellando la loro storia unica e individuale come comunità separate.

Un sostenitore della giustizia e dell’uguaglianza, Michael ha criticato senza tregua il trattamento riservato da Israele ai palestinesi e ha difeso i diritti delle minoranze oppresse. Il suo mandato come presidente dell’Associazione per i Diritti Civili in Israele è durato oltre due decenni, durante i quali ha combattuto instancabilmente contro le ingiustizie e ha ispirato speranza per il cambiamento.

La sua scrittura si distingue per l’intreccio di lingue e culture, che si manifesta non solo attraverso la lingua ebraica, ma anche attraverso un costante “flirt” con la lingua e la cultura araba (e giudaico-araba), che emerge in una varietà di modi nel suo testo.

Le sue opere, radicate nel suo impegno incrollabile per la giustizia sociale, gli hanno valso numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Hans Christian Andersen per la letteratura per l’infanzia e il premio del primo ministro israeliano per la letteratura ebraica.

Il presidente Isaac Herzog ha onorato Michael come “un gigante tra i giganti”, riconoscendo i suoi preziosi contributi alla letteratura e alla società israeliana. Il lascito di Sami Michael come luminare letterario e campione della giustizia sociale continuerà a ispirare le generazioni future.

Oltre ai romanzi, Michael ha scritto anche per il teatro e svolto un’importante opera di traduzione, traducendo in ebraico la Trilogia del Cairo di Naguib Mahfouz. I suoi libri hanno ricevuto numerosi premi e sono stati tradotti in molte lingue, compreso l’arabo.

Nel corso della sua vita, Michael ha continuato a difendere strenuamente la libertà di espressione e ha utilizzato la sua piattaforma per commentare frequentemente questioni politiche e sociali. Ha sottolineato il ruolo fondamentale della cultura nel combattere l’ignoranza, l’ingiustizia e la corruzione, dichiarando che avrebbe sempre alzato la voce di fronte agli atti atroci che potrebbero condurre Israele “nell’abisso”, esortando intellettuali e consumatori della cultura a intraprendere azioni significative contro le ingiustizie sociali.

Sami Michael lascia due figli dal suo primo matrimonio con l’educatrice Malka Michael, Dikla e Amir. Sua seconda moglie è stata la giornalista Rachel Yona Michael, mentre sua sorella è Nadia Cohen, vedova dell’ex agente del Mossad israeliano Eli Cohen.