La ‘Lockdown’ e la ‘Face it’ bag: il coronavirus ispira lo stilista israeliano delle star

Personaggi e Storie

di Michael Soncin
Le idee nascono letteralmente da ogni cosa, basta avere spirito d’osservazione e buone capacità rielaborative. Kobi Levi, definito da Vogue “genio della reinterpretazione e calzolaio surrealista” è uno di questi. È stata la mascherina, accessorio più utilizzato durante l’attuale pandemia a suggerirgli l’impulso, ed è così nata Face it, borsa simbolo di pelle pieghettata, bianca e blu a forma di maschera (a sinistra nella foto). 

L’accessorio pensato da Levi riprende il design e il colore della classica mascherina chirurgica usa a getta. Lui stesso continua intenzionalmente a utilizzare mascherine monouso, poiché è di parere contrario nel volerle considerare un nuovo accessorio e spera che si possa al più presto farne a meno. Sarebbe il segnale che la battaglia contro il Covid-19 è stata vinta. 

Come riporta il Times of Israel, lo stilista ha visto diverse persone che portavano la mascherina al braccio – senza indossarla – come se fosse una borsa, ed è proprio così che l’idea è nata. Magari, quest’accessorio in una nuova veste, vuole essere un monito ad indossare correttamente quella vera. Le misure di confinamento in Israele, come nel resto del globo, sono state tra le soluzioni messe in atto, assieme ai dispositivi di protezione facciale, per contrastare il Covid-19. E dal concetto di ‘confinamento’ è nata la borsa bauletto in pelle, color argento e oro a forma di lucchetto, denominata per l’appunto: Lock Down (a destra nella foto). “ Tutto era chiuso, era orribile, ma per me la chiusura è stata come una porta che si apre all’ispirazione”, ha detto al quotidiano. Un po’ come nel racconto di Alice attraverso lo specchio, dove dal salotto trapassa servendosi dello specchio in un altro mondo. 

Levi spera che le borse siano presto un lontano ricordo. Quanto alla sua idea, egli ritiene che la finalità – pur consapevole del difficile e delicato momento – sia quella di riderci sopra e divertire. A tal proposito, starebbe pensando di disegnare delle scarpe Covid. Lui stesso però nel pensare a queste due borse non è del parere di poterla chiamare ‘ispirazione’, infatti nel descriverle nella sua pagina si è detto ben contrario nell’accostare tale vocabolo alla spiegazione di questi due oggetti, come invece ha fatto per tutti gli altri, essendo il contesto alquanto differente, ad esempio con le scarpe Meow, d’ispirazione esplicitamente felina.

Un unico designer, mille diversi stili 

Lo stilista Kobi Levi
Lo stilista Kobi Levi

Kobi Levi si è laureato nel 2001, specializzandosi nel design di calzature, presso la facoltà del dipartimento di gioielleria e di moda della Bezalel Academy of Arts & Design di Gerusalemme. 

La passione di Kobi Levi per la moda risale ai tempi della sua infanzia a Tel Aviv, in Israele. I primi modelli di scarpe erano di cartone e sono stati creati durante gli anni delle scuole superiori, nel pieno dell’adolescenza.  

Dopo un’esperienza come freelance, dove ha potuto apprendere i segreti, sia dal punto di vista del marketing sia dell’artigianato, ha aperto nel 2011 il suo studio a Tel Aviv. «Nello studio crea, sviluppa e produce edizioni limitate dei suoi progetti. Tutte le paia sono realizzate a mano con materiali di alta qualità. Calzature che sfidano le consuete definizioni di moda, arte e design, per creare una nicchia tutta loro, si legge dal sito dello stilista». 

Vedendo le diverse borse e scarpe, un dato salta alla vista: risiedono in lui più stili, non uno soltanto. Del resto noi ci svegliamo ogni giorno con bisogni e voglie diverse ed è proprio così che scegliamo cosa mettere, oltre che in base alle evenienze, anche in relazione all’umore. 

Da Lady Gaga a Netta Barzilai: un parterre di star

I Double Boots creati per Lady Gaga, le scarpe Banana, Coffee e Chewing Gum (Credit kobilevidesign.com
I Double Boots creati per Lady Gaga, le scarpe Banana, Coffee e Chewing Gum (Credit kobilevidesign.com)


Il successo è arrivato grazie al suo stile originale ed innovativo. Dopo aver avviato un blog nell’aprile del 2010, mostrando le proprie creazioni, l’interesse è andato in crescendo, ricevendo reazioni entusiastiche in tutto il mondo. Una vetrina virtuale che ha finito per intasare la casella di posta elettronica, in cui migliaia di persone chiedevano dove poter acquistare le sue creazioni. L’incoronazione è poi arrivata quando fu contattato per realizzare un paio di scarpe per Lady Gaga per il video della canzone
Born This Way. Nacquero così i Double Boots, un paio di stivali di stampo surrealista, speculari, dov’è indistinguibile il davanti con il dietro. 

Quanto alle borse, le quali hanno un nome, come ogni accessorio cult che si rispetti, stanno riscuotendo molto successo e sono entrambe disponibili sul sito di Kobi Levi; Face it al costo di € 235,00 e Lock Down a circa € 710. Probabilmente le mascherine continueranno ad essere d’ispirazione anche per altri stilisti e non solo per gli accessori. Magari da esse ne saranno riprese le cuciture, i ripiegamenti e gli elastici, anche in abiti e pantaloni o chissà che altro. 

Lo stilista israeliano con le sue frizzanti calzature ha vestito oltre a Gaga diverse stelle del panorama internazionale: l’attrice Whoopi Goldberg con le Banana; la popstar Fergie con le Chewing Gum; la cantante Netta Barzilai, vincitrice dell’Eurovision Song Contest nel 2018, con il brano Toy

Le creazioni di Kobi Levi ricordano – effettivamente – a tratti lo scrittore anglofono Lewis Carroll, ad altri l’israeliano Etgar Keret. Lo stile è affine, la veicolazione differente. Chi gioca con le parole, chi con gli accessori.

In Her Shoes. La mostra per 100 anni di suffragio femminile a Rishon Lezion 

All’inizio del 2020 è stato inoltre il curatore di un’importante mostra presso il The Rishon LeZion Museum, intitolata In Her Shoes, atta a celebrare i 100 anni di suffragio femminile nell’omonima cittadina – uno dei primi insediamenti ebraici in Israele – dove le donne di Rishon Lezion furono le prime ad ottenere l’uguaglianza politica nel 1919, ben molti anni prima rispetto a quanto avvenne in Italia. 

Yona Shapira, una della curatrici ha dichiarato a NoCamels che la mostra è un modo, per comprendere il ruolo della donna nella società israeliana e la sua lotta per l’uguaglianza, mettendosi “nei suoi panni”. E per l’appunto la figura della donna è stata raccontata attraverso le scarpe realizzate dai più famosi stilisti israeliani, incluso Kobi Levi.

Di scarpa in scarpa inciampiamo su vari aneddoti come l’iconica calzatura ortopedica di Golda Meir, che divenne uno status symbol in Israele. Le indossava in qualsiasi evenienza, formale e non e furono indossate con orgoglio e forte carica affettiva dalle soldatesse dall’esercito israeliano fino al 1987. Golda Meir era una donna da una forte personalità, conosciuta per le sue affermazioni sature di satira (un tratto che fa da fil rouge anche all’intera mostra) che uscivano sempre al momento giusto, con la precisione di un orologio svizzero. La scarpa Coffee di Levi, vuol esser in questo contesto, il classico stereotipo della segretaria d’ufficio che prepara il caffè. L’ispirazione nasce proprio da una storia di una segretaria in un ufficio legale che durante gli anni ’70 venne licenziata poiché si rifiutò – visto che non era nel suo ruolo doverlo fare – di preparare il caffè al suo capo. Quanta profondità di pensiero in un paio di tacchi! E pensare che c’è chi con un’analisi meramente approssimativa ha il coraggio di considerare la moda con snobismo e superficialità. 

“I pezzi di Kobi Levi – scrive NoCamels – sono apparsi in musei, gallerie d’arte e mostre in tutto il mondo, tra cui il Fashion Institute of Technology di New York, il National Museum of Art di Tokyo, i grandi magazzini Selfridges di Londra e il Dutch Shoe Museum”. 

8 Calzature Iconiche

La Harp Brown, la Champagne, la Heart e la Baseball Cap (Credit kobilevidesign.com)
La Harp Brown, la Champagne, la Heart e la Baseball Cap (Credit kobilevidesign.com)


Impossibile citarle tutte, ogni sua singola scarpa è unica nel suo genere, inevitabile quindi farne una selezione, scegliendo le otto che maggiormente lo rappresentano. 

8 perché sdraiato, simboleggia l’infinito, come la creatività della mente umana. Otto perché è il numero totale delle candele che si accendono durante la festività di Hanukkah, che illuminano l’oscurità. E poi in vista dei futuri Hanukkah potrete indossarne una al giorno per ogni nuova candela accesa. 

Harp Brown. Nasce dalla musica e da uno tra gli strumenti più nobili: l’arpa classica. Oltra alla versione color marrone, ne esiste anche una variante nera che prende il nome di Harp Black. Violin è un’altra delle calzature che s’ispirano agli strumenti musicali, – ed in particolare di quelli a corda – ed è stata progettata per la mostra a Cremona del 2013 intitolata “Otto variazioni per stradivari”. La forma ricorda proprio quella del violino, strumento magistralmente suonato da Ivry Gitlis, violinista israeliano di fama mondiale, che proprio a Cremona ricevette una premiazione.

Champagne. Se mentre siete fuori per strada e vedete camminare una persona con i tacchi e accanto a loro notate un pezzo di bottiglia di birra cosa vi viene in mente? Kobi Levi ha ritenuto di farci delle scarpe, le Champagne e le Beer. LeChaim!

Heart. Fatte di un raggiante colore rosso kabbalah, sono un inno all’amore ed il cuore ne è per antonomasia il simbolo universale. 

Baseball Cap. Amate lo sport ed in particolare il baseball? Qui c’è proprio tutto. Dal berrettino blu, alla pallina bianca con le cuciture rosse, fino alla mazza usata dai giocatori per colpirla, che si trasforma in un tacco dodici. Che vinca il migliore!

 

La Arch Turquoise, la Mallard Duck, la Whale e la Penguin (Credit kobilevidesign.com)
La Arch Turquoise, la Mallard Duck, la Whale e la Penguin (Credit kobilevidesign.com)


Arch Turquoise
. In queste décolleté turchese e oro, il richiamo all’architettura di antichi palazzi e castelli è ben evidente dall’arco scolpito tra il tacco e la pianta. 

Mallard Duck. Dal suono dei violini al canto degli uccelli. Un’ode al vivacissimo piumaggio del maschio di anatra selvatica. Parlando sempre di pennuti, Kobi Levi ha ideato anche le Tucan e le maestose e nobili Swan, quest’ultime perfette per una Natalie Portman, interprete del film Il cigno nero

Mr Orca. Dai cieli, scendiamo – tacchi compresi – nelle ‘profondità’ oceaniche incontrando l’Orca, col suo tipico manto e silhouette, stilizzata in un paio di sneaker casual da uomo.

Penguin. I pinguini sono una comunità, solo così possono sopravvivere, soprattutto le specie che vivono nelle freddissime zone dell’Antartide. Un insegnamento che la specie umana farebbe bene ricordare. Penguin, classica, intramontabile, essenziale e raffinata. Bianca e nera con “un tocco di becco giallo sul tallone”. Se siete fan dei pochi centimetri oltre a Penguin ci sono anche Whale (variante femminile di Mr Orca) e Seal

“Quando disegno una scarpa la immagino come fosse una scultura da indossare, un pezzo d’arte con cui vivi. Tu e il tuo corpo influenzano il suo look e al contrario questo influenza te. Le calzature devono avere vita propria a prescindere dall’essere indossate”, disse in un’intervista a Vogue.

Se fino a poco tempo fa nel panorama dei giganti del footwear design c’erano Stuart Weitzman, Manolo Blahnik, Ferragamo, Roger Vivier, oggi s’aggiunge un nuovo golem: Kobi Levi.