Da sinistra a destra: Don Zampa; Abed Elasalm Manasra; Lama Paljin Tulku Rinpoce e Rav Yehuda Stolov sigillano il loro impegno al dialogo e alla fratellanza tra religioni.

Dal Piemonte in Israele, per pregare per la pace nel mondo con ebrei e musulmani

Personaggi e Storie

di Marina Gersony
Sono partiti lo scorso ottobre da Graglia, un paesino delle Alpi biellesi, con l’intento di andare in Israele a pregare per la pace nel mondo. Ma i 35 cristiani al seguito di Don Eugenio Zampa, rettore del santuario di Graglia e gli 8 buddhisti accompagnati dal Lama Paljin Tulku Rinpoce, guida spirituale del locale Monastero buddhista, si sono ben presto accorti che l’aria di spiritualità che permea l’intero territorio israeliano è propiziatrice di grandi eventi. Infatti, quando hanno saputo della cerimonia che i due religiosi italiani volevano celebrare in un clima di autentica amicizia e fratellanza, anche alcuni rappresentanti delle tradizioni ebraica ed islamica si sono aggiunti al gruppo.

«Sono sorpreso da questo incontro – ha affermato Rav Yehuda Stolov, rabbino e direttore della Interfaith Encounter Association  –  perché in genere tutti parlano di dialogo interreligioso ma poi diventa difficile trasformare le parole in azione. Noi qui in Israele abbiamo 100 gruppi che lavorano sul piano del rapporto fra fedeli delle diverse tradizioni monoteiste e siamo pronti a collaborare anche con gli amici italiani».

«Noi della Abrahamic  Reunion abbiamo voluto aderire con entusiasmo a questa iniziativa  –  ha affermato a sua volta il musulmano Abed Elsalam Manasra, direttore del progetto Terrasanta  –  perché il nostro motto è “religione come forza di pace” e mi sembra che l’incontro di oggi vada proprio in questa direzione. Sono venuto in Italia molti anni fa per accompagnare mio padre che partecipava a un congresso interreligioso e ora che lo sostituisco sarò ben lieto di tornarci per continuare la sua opera. Qui in Israele noi sviluppiamo il dialogo tra ebrei e musulmani organizzando seminari per l’emancipazione delle donne e promuovendo due volte al mese giornate di condivisione, dove la gente può dialogare e mangiare insieme. Intere famiglie, bambini compresi, fanno così l’esperienza dell’altro e vincono la diffidenza e la paura».

Dopo aver espresso i loro voti per la pace nel mondo, i presenti hanno recitato congiuntamente una preghiera affinché i Maestri di tutte le religioni possano, con le Sante dottrine che rappresentano, operare per eliminare il buio della confusione, assicurando al mondo una pace vera e duratura.

Don Eugenio Zampa era commosso quando, alla fine della preghiera comune, ha sottolineato come il Monte delle Beatitudini sia il luogo più giusto per accogliere chi si impegna per il dialogo e per la pace e ha ricordato che nel Discorso della Montagna, la settima beatitudine è proprio quella degli operatori di pace. (ll cosiddetto Discorso della Montagna è un sermone rivolto da Gesù ai suoi discepoli e a una grande folla, riportato nel Vangelo secondo Matteo 5,1-7,28. Tradizionalmente si pensa che Gesù abbia rivolto questo discorso su una montagna al nord del mar di Galilea, “La Galilea delle Genti”, ndr).

La giornata trascorsa insieme sul Monte delle Beatitudini giovedì 25 ottobre avrà un seguito, perché apre i lavori della sezione internazionale dell’Accademia del Dialogo, un’istituzione fondata da Lama Paljin Tulku Rinpoce con l’intento di promuovere il dialogo tra i rappresentanti delle religioni, delle scienze, della cultura e delle arti, privilegiando gli aspetti di attualità e di interesse sociale, attraverso un contatto permanente fra i mondi delle varie discipline.

Il prossimo appuntamento sarà nella primavera 2019 in Italia e vedrà anche la partecipazione della scrittrice e giornalista Manuela Dviri, del Centro Peres per la Pace e l’Innovazione, la quale ha espresso il suo consenso: «I cattolici e i buddhisti che sono venuti dall’Italia per pregare insieme hanno dato un segnale forte e testimoniano una volontà di pace che è anche la nostra. Le occasioni per collaborare non mancheranno. Nel giugno del 2014 siamo stati in Vaticano e con Papa Francesco, Abu Mazen e il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli abbiamo pregato per la pace. In risposta a questo incontro è nato un nuovo sodalizio per il progetto Saving Children  di cui sono stata iniziatrice. Certamente anche dall’incontro interreligioso di oggi, potrà nascere qualche nuova iniziativa».

Il dialogo interreligioso

E per concludere una definizione (perfettibile) di dialogo interreligioso: «L’espressione dialogo interreligioso è specificamente un dialogo di religioni si riferisce all’interazione positiva e cooperativa fra gruppi di persone appartenenti a differenti tradizioni religiose, basata sul presupposto che tutte le parti coinvolte, a livello individuale e istituzionale, accettino e operino per la tolleranza e il rispetto reciproco.

Si distingue dal sincretismo in quanto il dialogo si focalizza sulla comprensione tra religioni diverse e sulla tolleranza che ne deriva (rimanendo sulle rispettive posizioni), anziché sulla sintesi di elementi diversi in nuove forme di credenza. Il Parlamento delle religioni mondiali, istituito nel 1993, è considerato da alcuni la nascita formale del dialogo interreligioso». (Fonte: Wikipedia)

(Nella foto: da sinistra a destra: Don Zampa; Abed Elasalm Manasra; Lama Paljin Tulku Rinpoce e Rav Yehuda Stolov sigillano il loro impegno al dialogo e alla fratellanza tra religioni)