di Roberto Zadik
Una vera leggenda della televisione americana, il presentatore ebreo americano Larry Harvey Zieger, questo il suo vero nome, dopo aver dominato la scena per 63 anni dal 1957 ad oggi, si è spento a 87 anni, sabato 23 gennaio. Da un mese era all’ospedale per il Covid-19. Come succede per tutte le grandi figure, la notizia della sua scomparsa ha attraversato il web e prevedibilmente omaggi e articoli hanno riempito i media internazionali.
Non molti però hanno approfondito il suo lato ebraico. Egli ha vissuto una vita intensa ma molto tormentata, passando dal mondo ortodosso alla televisione, segnata da ben sette matrimoni e dalla morte di due dei suoi cinque figli; una personalità tanto brillante quanto inquieta e sempre al lavoro, sempre in prima fila. Morto dopo un mese di ricovero, lo scorso 19 dicembre per Coronavirus anche se non è ancora ben chiara la causa del decesso all’ospedale Cedars Sinai di Los Angeles, l’intrattenitore è stato ricordato da due interessanti articoli del Jerusalem Post e del sito Times of Israel.
Conduttore grintoso dalla curiosità insaziabile, divenuto famoso internazionalmente col suo Larry King show, ha lavorato ininterrottamente realizzando circa 60mila interviste nella sua lunga e gloriosa carriera. Nella sua trasmissione in onda sulla CNN dal 1985 al 2010 egli ha intervistato una vasta lista di personalità adattandosi, come ha ricordato il Jerusalem Post citando l’omaggio della testata Ora Media, “ a qualunque tipo di personaggio, dai presidenti americani ai leader stranieri, dagli attori alle persone qualunque” mantenendo professionalità, efficacia e immediatezza con domande sintetiche ma spesso estremamente argute.
Ma cosa si sa della sua identità ebraica? Sempre il Jpost riassume il suo lato ebraico. Larry Liebl Zieger era nato il 19 novembre 1933 a New York da famiglia ortodossa bielorussa piuttosto povera e nonostante un certo distacco dal suo background originario, a causa della morte del padre 43enne per infarto quando lui aveva appena 9 anni, come specifica il sito Jewish Virtual Library, restò sempre molto legato alle sue radici ebraiche come dimostra una intervista del 2017 al sito israeliano. “Sono fiero di essere ebreo e amo Israele” ha dichiarato al giornalista David Brinn “In 60 anni di trasmissioni non riesco a capire i pregiudizi e perché la gente si uccida a vicenda. Siamo progrediti così tanto tecnologicamente ma così poco a livello umano”. In tema di politica israeliana, King è riuscito a intervistare quasi tutti i premier dello Stato ebraico tranne David Ben Gurion e Menachem Begin, bloccato dalle sue guardie di sicurezza, stringendo amicizia con il premier Netanyahu che lo accompagnò all’aeroporto durante il suo primo viaggio in Israele.
A questo proposito, colpito dalla sua scomparsa, Netanyahu in un messaggio su Twitter ha affermato “piango la morte di Larry King che ho conosciuto per quasi 40 anni. E’ stato un grande intervistatore, sensibile, spiritoso e pungente, mancherà a milioni di persone, me incluso”. Nella sua vita King passò diversi momenti difficili. Dalla morte del padre che lo addolorò molto portandolo all’agnosticismo, come ha rivelato il sito Jewish Virtual Library, alle difficoltà economiche durante l’adolescenza, ai problemi di salute, con un tumore al polmone e alla prostata fino al diabete e a due attacchi di cuore, nel 1987 e nel 2019. Anche la sua vita sentimentale è stata decisamente tormentata con una serie di matrimoni e divorzi. E infine, i dolori più grandi, la morte di due dei cinque figli: Andy figlio adottato dalla seconda moglie morto a 65 anni per infarto e Chaia a 51 per un tumore.
Ma quali furono i personaggi intervistati dal grande Larry King? Dal suo microfono sono passati un po’ tutti, dall’industriale americano Ross Perot, candidato alla presidenza nel 1992, a leader spirituali buddisti come il Dalai Lama, ai presidenti George Bush e Barack Obama, al premier Rabin a star dello spettacolo come l’attrice Elizabeth Taylor e la popstar Lady Gaga.
Con i suoi modi sobri, diretti e leggermente informali, a cominciare dalle sue cravatte multicolori e la sua empatia riusciva a parlare con tutti, a gestire situazioni complicate, come ricorda il Times of Israel come le interviste a personaggi inquietanti come Yasser Arafat o il dialogo non facile coi parenti della superstar Michael Jackson riguardo alla sua misteriosa morte invitandoli nel suo studio televisivo nel 2009. Egli riuscì a entrare in confidenza anche con personaggi decisamente schivi, come Frank Sinatra che era noto per la sua opposizione a qualunque intervista ma che nel 1988 accettò con entusiasmo vista la forte amicizia che lo legava a King. Un’altra sfida che egli riuscì a vincere fu l’intervista a Marlon Brando, un personaggio estremamente complicato e sempre più difficile da approcciare che miracolosamente apparve nel suo show nel 1994.
Il Times of Israel racconta anche il suo “addio alle scene” quando nel giugno 2010 in occasione del 52esimo anniversario della sua carriera egli abbandonò tutto improvvisamente. L’articolo fornisce qualche curiosità anche sulla sua vita privata. Una volta riguardo alle sue tante mogli, King noto per il suo forte senso dello humour disse “non sono bravo nel matrimonio ma sono un grande partner”. Fra le sue conquiste l’ex compagna di scuola Freda Miller che sposò a soli 18 anni per meno di un anno di matrimonio, passando alle nozze con Annette Kay, Alen Akins “coniglietta” della rivista Playboy sposata per due volte, Mickey Sutfinn, la donna d’affari Julie Alexander e il suo ultimo legame, con la cantante country Shawn Southwick.
(Foto: Wikimedia Commons. NTNU – Norwegian University of Science and Technology)