L'ex leader dell'Olp Yasser Arafat

I diari segreti di Yasser Arafat confermano il patto segreto tra i terroristi palestinesi e il governo italiano

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano
Il 4 febbraio la rivista l’Espresso ha pubblicato un’inchiesta sui diari segreti di Yasser Arafat, ex-leader palestinese dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina). La rivista italiana ha potuto sfogliare il materiale appartenuto ad Arafat grazie a una fondazione francese che ha acquisito le carte del leader palestinese da due fiduciari lussemburghesi.

I diari restati segreti fin’ora sono divisi in 19 volumi. Nelle scritture di Arafat sono presenti le descrizioni di diverse negoziazioni avvenute tra il 1985 fino al 2004, data di morte del leader palestinese. Fidel Castro, Saddam Hussein, e politica italiana sono i principali temi contenuti negli stralci resi pubblici.

Arafat nei suoi diari ha inoltre parlato del patto segreto stipulato con il governo italiano dopo il dirottamento della nave da crociera Achille Lauro che fu sequestrato da una banda di terroristi palestinesi nel 1985. In quel frangente venne ucciso Leon Klinghoffer, un passeggero ebreo-americano, che per una disabilità molto grave era costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Abu Abbas, la mente del dirottamento, fu catturato dalle autorità italiane. Arafat scrisse infatti che gli Stati Uniti chiesero l’estradizione del killer-dirottatore, per poterlo processare con l’accusa di omicidio. Purtroppo il ministro italiano degli Esteri di quel tempo, Giulio Andreotti, respinse le richieste degli USA e permise la fuga dell’attentatore in Bulgaria. Abu Abbas poi decise di trasferirsi in Tunisia per aver maggiore protezione.

Andreotti sarebbe inoltre la figura chiave del patto segreto tra i palestinesi e il governo italiano per evitare che avvenissero attacchi terroristici in Italia. Secondo quanto riportato dall’Espresso e da altre inchieste, il patto fu raggiunto nel 1973 quando Giulio Andreotti ricopriva la carica di primo ministro. «L’Italia è una sponda palestinese nel Mediterraneo», appuntò Arafat nelle pagine relative a quel periodo. L’esistenza del patto tra Roma e i palestinesi era stato confermato nel 2008 anche dal presidente italiano Francesco Cossiga.

Oltre al patto di non belligeranza tra Italia e OLP, ci sono alcune pagine che parlano di un altro politico italiano di spicco. Nel suo diario Arafat confermerebbe di aver mentito alle autorità italiane per aiutare Silvio Berlusconi a nascondere un finanziamento illecito di 10 miliardi di lire al Partito Socialista. Il leader palestinese disse infatti che la cifra era stata donata all’OLP per supportarne l’attività. Dopo questa sua dichiarazione – come si apprende dalle sue memorie – gli venne versata una somma di ringraziamento, scrive l’Espresso.

Il leader palestinese, che ha diretto le operazioni terroristiche dell’OLP contro gli israeliani per decenni prima degli accordi di Oslo del 1994 con Israele, ha scritto che egli non ha mai ordinato attacchi terroristici, ma lasciava decidere agli altri. Ogni volta che gli veniva comunicato il successo di un attacco terroristico, egli reagiva con un “bene, bene”.

Tuttavia, nei diari si legge anche dei negoziati segreti con il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin e Shimon Peres, quest’ultimo definito “una persona eccellente…meravigliosa”. Nel 1994 i tre condivisero il Nobel per la Pace per la stipula degli Accordi di Oslo. Lo scoop investigativo spunta poche settimane dopo le rivelazioni del giornalista israeliano Ronen Bergman. Secondo Bergman, Israele cercò di uccidere Arafat: gli israeliani volevano colpire l’aereo di linea che il leader palestinese utilizzava per i suoi spostamenti.

Nei diari, Arafat descrive inoltre il tentativo di comunicare con il dittatore iracheno Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo del 1991. Il conflitto esplose quando l’Iraq invase il Kuwait e gli USA risposero invadendo l’Iraq. Durante la guerra Hussein lanciò 39 missili Scud su Israele.

«Devo stare con lui, il mio popolo me lo impone, ma ho cercato in diverse telefonate di farlo ricredere su questa follia», scrisse Arafat. Non ci sono però ulteriori dettagli su come tentò di placare la furia di Hussein.

L’esistenza dei diari segreti era già nota nel 1989 quando Arafat aveva parlato dei suoi appunti riservati in un’intervista con il giornalista di Vanity Fair T.D. Allman. Arafat aveva confessato ad Allman che conservava in diversi luoghi nascosti i fogli di appunti. «I diari parlano di tutte le mie negoziazioni segrete. Ogni cosa è stata registrata, così le future generazioni capiranno esattamente cosa è accaduto. È mio dovere farlo, perché sono un personaggio storico», queste le giustificazioni di Yasser Arafat.