Angela Merkel ad Auschhwitz

Museo di Auschwitz-Birkenau. Si dimettono tre membri del consiglio: “Politicizzazione in atto”

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano

C’è agitazione tra i membri del consiglio consultivo del Museo di Auschwitz-Birkenau. Il governo polacco ha infatti deciso far entrare nel comitato un ex-primo ministro e membro di spicco di Diritto e Giustizia, il partito di destra che attualmente sta amministrando la Polonia. Una mossa considerata inaccettabile da parte di tre membri del consiglio che hanno deciso di dimettersi per protestare contro l’ingerenza politica.

Piotr Glinski, ministro della Cultura, ha infatti nominato Beata Szydlo al Consiglio dei musei statali di Auschwitz-Birkenau e si è detto stupito nell’apprendere le dimissioni dei tre membri del comitato. Il 16 aprile, Glinski è passato all’attacco sostenendo che gli abbandoni siano stati “ingiustificati” e che minaccino “di politicizzare la discussione intorno al più importante museo del martirio in Polonia, luogo del patrimonio mondiale”.

“Abbiamo il timore che questa sia un’altra mossa per rendere il Museo di Auschwitz-Birkenau parte della loro narrazione politica sulla storia della Polonia”, ha commentato uno dei membri dimissionari, il filosofo Stanislaw Krajewski, sostenendo di aver lasciato il consiglio per protestare contro “la politicizzazione” del team di esperti che assistono il direttore del museo.

Immediata la risposta del Ministero della Cultura polacco: «Non è vero che non ci siano mai state persone politicamente coinvolte nel consiglio». Dunque, il governo polacco ribadisce la legittimità della sua decisione.

Le altre due personalità che hanno abbandonato l’incarico sono lo storico Marek Lasota e l’ex-vicedirettrice del Museo di Auschwitz Krystyna Oleksy.

Come riporta l’Associated Press, dal 2015 Diritto e Giustizia ha lanciato un campagna politica sulla storia della Polonia per alimentare l’orgoglio sul passato della nazione. Una visione patriottica e nazionalista che strumentalizza i musei e le vicende della Seconda guerra mondiale per rafforzare la narrazione del partito al potere.