Elon Musk in visita in Israele, fra accuse di favorire l’antisemitismo e azioni per le vittime del conflitto fra Israele e Hamas

Personaggi e Storie

di Anna Balestrieri
Elon Musk è arrivato il 27 novembre in Israele. Nella sua visita Musk si è prima recato con il premier Netanyahu al Kibbutz Kfar Gaza, uno dei più colpiti dall’attacco del 7 di ottobre. Come parte del tour, ha ascoltato un resoconto dettagliato di quanto avvenuto nel villaggio, dove intere famiglie sono state date a fuoco e decine di civili sono stati rapiti. Musk è stato anche reso partecipe della storia dell’israelo-americana Avigail Idan, 4 anni, divenuta un volto noto nei telegiornali a stelle e strisce grazie alla campagna promossa dai familiari statunitensi ed all’impegno personale profuso dal presidente Biden per la sua liberazione.

Nel suo incontro con il presidente Herzog, Musk ha definito la giornata trascorsa come “difficile dal punto di vista emotivo”. Da parte di Herzog è giunto un invito al patron di X a combattere l’antisemitismo che imperversa sul suo social network. Musk avrebbe concordato con la necessità di eliminare Hamas per garantire un futuro migliore ai cittadini di Gaza.
La visita del miliardario americano ha suscitato critiche e sdegno nell’opinione pubblica.

Gli impegni presi da Musk

Il proprietario di X ha dichiarato martedì 21 novembre che il social network inizierà a incanalare una parte delle sue entrate nel sostegno dell’assistenza medica per israeliani e palestinesi. Incontrerà lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog, nel contesto del cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas. Durante la sua permanenza, discuterà della costellazione internet Starlink di SpaceX su Israele e Gaza che sosterrà i collegamenti di comunicazione a Gaza con “organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale”.

I precedenti

La piattaforma social di cui Musk è proprietario dal 2022 ha osservato nell’ultimo mese un picco d’antisemitismo. Secondo un rapporto dell’Anti-Defamation League, su X/Twitter è salito del 919% dopo la guerra. Mentre stando all’organizzazione no-profit Media Matters, Abbonati X Premium verificati, alcuni dei quali approvati dallo stesso proprietario della piattaforma, hanno guadagnato milioni di visualizzazioni su post con video fuorvianti, foto modificate e altra disinformazione.

La querelle tra il magnate americano e l’ADL ebbe inizio con un reciproco scambio di accuse. Di antisemitismo, da parte dell’Associazione Anti-Diffamazione. Di boicottaggio da parte di Musk e del gruppo X. Quando le divergenze sembravano appianate, è giunto l’endorsement dato da Musk ad un post antisemita. L’uomo più ricco del mondo aveva definito “actual truth” (l’autentica verità) la dichiarazione “Le comunità ebraiche hanno promosso esattamente il tipo di odio dialettico contro i bianchi che vorrebbero che la gente smettesse di usare contro di loro”. Salvo poi non solo affermare di essere tutt’altro che antisemita, ma arrivare a dichiararsi un “aspirante ebreo”. Ha aggiunto, in un post su X, che gli appelli alla “decolonizzazione” e l’uso dello slogan “dal fiume al mare” “implicano un genocidio” e che tali “chiari appelli alla violenza estrema sono contrari ai nostri termini di servizio e comporteranno sospensione”.

Un improvviso ravvedimento?

Musk, che è anche il proprietario della società di auto elettriche Tesla e della società aerospaziale SpaceX, ha assicurato che traccerà “il modo in cui i fondi vengono spesi e che passino attraverso la Croce Rossa/Mezzaluna” non finendo nelle tasche di Hamas, dichiarando che “dovremmo preoccuparci degli innocenti senza distinzione di razza, credo, religione o qualsiasi altra cosa”.

Il 28 ottobre, dopo che la connessione Internet a Gaza era stata interrotta in seguito all’incursione via terra dell’IDF, Musk ha dichiarato che avrebbe collegato le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie a Starlink, il suo servizio Internet via satellite. All’obiezione del ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi che informava del pericolo che Hamas si sarebbe approfittato del servizio, Musk ha risposto che si sarebbe assicurato che fosse utilizzato “solo per scopi umanitari”. Ma è di ieri, domenica 26 novembre, il via libera di Karhi sulle unità satellitari Starlink. Il ministro ha espresso soddisfazione ed augurato il benvenuto in Israele al miliardario americano.