di Pietro Baragiola
Lior Raz (a destra nella foto) e Avi Issacharoff (a sinistra), autori della popolare serie tv israeliana Fauda, sono pronti a tornare sullo
schermo grazie ad un nuovo lungometraggio: 7 Ottobre, la storia vera di Noam Tibon, l’ex maggiore dell’IDF che ha salvato la sua famiglia nel Kibbutz Nahal Oz preso d’assalto da parte dei terroristi di Hamas.
Quando il figlio di Noam, Amir Tibon, lo chiamò per informarlo che i terroristi avevano invaso il loro Kibbutz, Noam disse al figlio di chiudersi nella camera blindata della casa insieme a sua moglie e alle due bambine. Dopo numerose peripezie, Noam arrivò nel loro Kibbutz insieme ad un gruppo di soldati dell’IDF e riuscì a eliminare i numerosi terroristi presenti, portando in salvo Amir e gli altri civili sopravvissuti.
“Di fronte agli orrori di quel terribile giorno, Noam Tibon si è lanciato nel pericolo senza esitazione pur di proteggere i suoi cari” hanno affermato Raz e Issacharoff durante un’intervista al magazine Deadline. “La sua storia avvincente, che trascende ogni religione, Paese o conflitto, riflette magnificamente i sacrifici che siamo disposti a fare per coloro che amiamo.”
La storia di Noam Tibon
Erano le 6 del mattino del 7 ottobre quando la moglie di Amir, Miri, sentì il fischio di un razzo sorvolare il cielo del Kibbutz Nahal Oz. Dopo aver svegliato di soprassalto il marito, i due si diressero subito nella stanza di sicurezza, che fungeva anche da camera da letto delle loro due bambine di 1 e 3 anni.
“È tipico per molte famiglie far dormire i bambini in queste stanze durante la notte” ha spiegato Amir nell’intervista a Deadline. “Perché se c’è una sirena alle 6 del mattino, come in questo caso, sono i genitori che corrono dai bambini e non viceversa.”
Chiuso nella stanza di sicurezza, Amir riuscì a sentire diversi suoni agghiaccianti provenire dall’esterno della loro dimora tra cui il rumore degli spari e le grida dei loro vicini che venivano trascinati via. “Il numero di terroristi era impossibile da decifrare. Sembravano in centinaia intorno e dentro il kibbutz” ha raccontato Amir.
Corrispondente del giornale di sinistra Haaretz, Amir chiamò i suoi colleghi in cerca di aiuto ma, capendo che non sarebbe arrivato nessuno, decise di rivolgersi direttamente a suo padre, Noam.
Generale maggiore in pensione, nonché comandante superiore dei paracadutisti israeliani, Noam esortò il figlio a non fare rumore e a non uscire assolutamente dalla camera blindata mentre lui, insieme alla moglie Gali, si dirigeva a tutta velocità verso il Kibbutz Nahal Oz, cercando di mettersi in contatto con chiunque potesse aiutarli.
“Ci siamo trovati in una situazione in cui non c’era più un governo, né militari a rispondere, ma solo cittadini” ha detto Gali.
Dopo aver aggirato numerosi posti di blocco la coppia proseguì la strada verso il Kibbutz, trovandosi davanti ad un panorama brutale: “auto in fiamme e corpi lasciati in mezzo alla strada” ha detto Noam. “È stato in quel momento che abbiamo viso un uomo e una donna che correvano verso di noi, gridando ‘Salvateci’”.
I due civili erano Bar e Lior Matsner, due partecipanti al festival musicale Supernova dove circa 260 persone sono state uccise. La loro auto era stata colpita dai terroristi ma loro erano riusciti comunque a fuggire, nascondendosi sotto alcuni mucchi di foglie per diverse ore.
I Tibon li aiutarono a raggiungere una zona sicura per poi proseguire verso il Kibbutz di Amir. Sul tragitto anche un membro dell’IDF si unì a loro e Noam, preoccupato per gli incendi e i pericoli che aumentavano sempre più man mano che si avvicinavano a Nahal Oz, decise di lasciare Gali in un rifugio e proseguire senza di lei.
Dopo aver soccorso altri due soldati israeliani feriti, Noam arrivò finalmente a Nahal Oz e, unendosi ai soldati dell’unità Maglan dell’IDF, andò di casa in casa eliminando i terroristi di Hamas.
“Dovevamo essere metodici. Dovevamo andare piano, con cautela e liberare ogni casa prima di passare a quella successiva per evitare che qualcuno ci sparasse alle spalle” ha spiegato Noam.
Si erano fatte le 16.00 quando l’ex generale arrivò alla porta di Amir e iniziò a bussare. “Abbiamo sentito la voce di mio padre che diceva ‘Aprite, aprite’” ha raccontato Amir. “E Galia, la nostra figlia maggiore, ha detto ‘Saba Higiya’ (‘Il nonno è qui’). È stata la prima volta in tutta la giornata in cui abbiamo potuto finalmente piangere”.
A mesi di distanza da questi eventi terribili, la famiglia di Noam si chiede ancora come ha fatto questo massacro a non essere fermato in tempo. “È stato il più grande fallimento nella storia dello Stato di Israele. Centinaia di civili sono stati uccisi dai terroristi e nessuno è intervenuto per fermarli” ha affermato Amir.
In risposta al suo appello, la Leviathan Productions, una casa di produzione cinematografica indipendente, ha deciso di produrre un film sulla storia della famiglia Tibon e sul grande eroismo dimostrato da Noam in modo che sia una fonte di ispirazione affinché gli eventi del 7 ottobre non vengano più a ripetersi.
Leviathan Productions e il progetto del film
Fondata da Ben Cosgrove e dall’autore di bestseller Josh Foer, la Leviathan Productions è una società indipendente specializzata nello sviluppo di contenuti basati sulla storia, la letteratura e i racconti popolari ebraici, nonché trame con protagonista Israele.
Tra i loro progetti in fase di lavorazione c’è l’adattamento cinematografico dell’opera Henry Ford’s War on Jews and the Legal Battle Against Hate Speech di Victoria Saker Woeste e il film tratto dal romanzo The Secret Chord scritto dal premio Pulitzer Geraldine Brooks. La casa di produzione ha in cantiere anche un film horror ispirato alla leggenda ebraica del Golem che verrà scritto da Daniel Handler, autore di Una serie di sfortunati eventi.
Dopo aver visto il numero di negazionisti del 7 ottobre crescere in tutto il mondo, Ben Cosgrove ha deciso di utilizzare le risorse della Leviathan Productions per raccontare nei dettagli il massacro vissuto dalle vittime di quel giorno terribile in modo da aumentare la consapevolezza su questi eventi.
È stato proprio Cosgrove ad assumere come sceneggiatori Issacharoff e Raz dopo aver visto il grande successo ottenuto nelle quattro stagioni di Fauda in cui gli autori sono riusciti a raccontare la straziante storia del conflitto israelo-palestinese facendo riferimento alle loro esperienze personali nell’IDF.
“Siamo orgogliosi di contribuire a diffondere la storia del coraggio di Noam in modo da ispirare e portare speranza agli ebrei di tutto il mondo in questi tempi difficili” hanno affermato Raz e Issacharoff, fieri di partecipare a questo nuovo progetto.