di Nathan Greppi
Intervistato dall’emittente Palestine TV sabato 18 luglio, il Ministro degli Esteri dell’ANP Riyad al-Maliki avrebbe dichiarato che gli ebrei e Israele controllano le due compagnie della Silicon Valley Apple e Google.
Come riporta Algemeiner, gli era stato chiesto un parere in merito alle accuse apparse su Instagram, e rivelatesi false in breve tempo, secondo cui il termine “Palestina” era stato rimosso da Google Maps e da Apple Maps. Rispose che andava lanciata una petizione di protesta, “ma questo non è sufficiente, ed è chiaro che queste due compagnie hanno degli ovvi orientamenti. È palese chi le possiede, come è palese l’influenza ebraico-israeliana esercitata su di esse.” Questo sebbene Tim Cook e Sundar Pichai, presidenti rispettivamente di Google e della Apple, non siano affatto ebrei.
Maliki ha anche aggiunto che l’ANP stava meditando di intraprendere un’azione legale contro le due compagnie: “Stiamo analizzando l’aspetto legale della questione. Abbiamo chiesto agli esperti legali che lavorano con noi di darci le indicazioni necessarie riguardo agli organismi giudiziari internazionali ai quali possiamo rivolgerci, in modo da intentare delle cause contro Google e la Apple per aver trattato la Palestina in questo modo.”
La bufala
Tutto è partito da un post virale su Instagram mercoledì 15 luglio, che accusava le due compagnie di aver cancellato il termine “Palestina” dalle loro mappe. In realtà questa definizione dei territori (indicati come Gaza e Cisgiordania) non è mai stato utilizzato fin dall’inizio. In seguito il post è stato modificato, specificando che conteneva notizie false.
Nonostante sia stato appurato che fosse una bufala, ha comunque portato a lanciare una petizione tuttora attiva per includere il termine “Palestina”, e che ha già ottenuto più di un milione di firme. Ha inoltre spinto la celebre cantante Madonna a postare numerosi post a sostegno della causa, portandola persino a difendere il predicatore islamico afroamericano Louis Farrakhan, noto per le sue esternazioni antisemite, razziste e omofobe.