di Paolo Castellano
Come molti utenti sapranno, attraverso i servizi Google è possibile leggere le recensioni sui locali e i luoghi che i turisti visitano. Lo stesso accade con il memoriale di Auschwitz in Polonia. Certo che non ci aspetterebbe di trovare commenti antisemiti sul profilo Google Maps del campo di concentramento nazista.
Invece, il 29 marzo il giornale britannico The Guardian ha scoperto più di 150 commenti antisemiti che non erano stati cancellati dagli amministratori del motore di ricerca americano. Secondo i giornalisti, alcuni messaggi antisemiti sono stati eliminati soltanto 24 ore dopo le segnalazioni a Google.
Da tempo, Google Maps è al centro delle critiche degli attivisti che invocano più controlli sui contenuti che incitano all’odio.
La maggior parte dei commenti è opera di utenti anonimi. Le frasi includono la glorificazione del nazismo (“Heil Hitler”) o l’insulto alle vittime della Shoah (“Le docce sono state una bella esperienza, Anna Frankamente sono contento di averle visitate”). Queste recensioni sono rimaste per mesi e anni su Google Maps.
Come riporta il Jerusalem Post, alcune persone hanno persino postato immagini storiche come quelle del dittatore nazista Adolf Hitler e del sopravvissuto alla Shoah Primo Levi, scrittore di fama internazionale grazie al suo capolavoro Se questo è un uomo (Einaudi).
Karen Pollock, amministratrice delegata di Holocaust Educational Trust, ha dichiarato che i commenti sono “disgustosi” e che “Google dovrebbe assumersi la responsabilità di aver condiviso contenuti d’odio sul proprio sito e dovrebbe adottare contromisure per monitorare e rimuovere i messaggi ripugnanti, migliorando la moderazione e la sua policy”.
Nel frattempo è arrivata una nota di Google: «Siamo sconvolti da queste recensioni sulla nostra piattaforma e stiamo lavorando per rimuovere questi contenuti e prevenire ulteriori abusi». «Abbiamo chiare regole che vietano le recensioni offensive e false. Lavoriamo 24 ore su 24 per monitorare Maps. In questo caso particolare, siamo consapevoli del fatto che dobbiamo fare di meglio e ci stiamo impegnando per valutare e migliorare i nostri sistemi di controllo», ha dichiarato un portavoce del colosso americano.