“Hogwarts Legacy”: nel nuovo videogioco sulla saga Harry Potter i goblin sono caricature antisemite di ebrei

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Dal 10 febbraio 2023 la scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo ha aperto le porte ai proprietari di PlayStation 5, Microsoft Windows e Xbox X/S con “Hogwarts Legacy”, il gioco che permette di entrare nell’universo di Harry Potter per salvarlo da una minaccia in chiave antisemita.

La trama principale porta il giocatore indietro nel 1890, quasi un secolo prima degli eventi della saga originale, a vestire i panni di uno studente di Hogwarts del quinto anno che dovrà ricorrere ad un’antica forma di magia per fermare il malvagio Ranrok, leader della ribellione dei goblin.

Sin dalle loro descrizioni nei primi romanzi della serie, queste insolite creature sono sempre state viste come portatrici di caratteristiche antisemite: esseri con il naso adunco e dotati di un ineguagliabile carattere avido che li rende perfetti per dirigere la più grande banca del mondo magico (la Gringott), seguendo lo stereotipo che pone gli ebrei al controllo delle principali banche del pianeta. Questo paragone è stato chiaramente evidenziato da diversi personaggi dello showbusiness americano come il celebre comico Pete Davidson che, durante un episodio dell’edizione del 2020 del Saturday Night Live, chiamò gli antagonisti di “Hogwarts Legacy”, ai tempi ancora in fase di sviluppo, “piccoli goblin ebrei dal naso grosso”.

Lo shofar

Lo stesso videogame fa emergere ulteriori prove a sostegno del fatto che i banchieri del mondo magico siano una caricatura del popolo ebraico. Durante il primo weekend di uscita, alcuni attenti osservatori hanno riconosciuto, tra i manufatti goblin presenti nel gioco, la presenza di uno shofar. Secondo la tradizione, questo corno di montone viene usato come strumento musicale durante le celebrazioni del Rosh haShana (il capodanno ebraico).

Aggiungendo sale alla ferita, l’oggetto del videogame viene descritto come uno strumento di guerriglia, utilizzato in passato dai goblin per richiamare le loro truppe e indebolire le streghe e i maghi avversari durante la rivolta del 1612.

Per quanto la presenza dello shofar risulti sconvolgente, è ancor più singolare che sia stato scelto proprio il 1612 per raccontare una precedente rivolta dei goblin, in quanto questa data è impressa anche nella storia del popolo ebraico.

Il 1612 corrisponde infatti all’inizio della tragica Rivolta di Fettmilch, ispirata dal panettiere di Francoforte Vincenz Fettmilch che guidò i suoi concittadini nello scatenare un “pogrom” (una rivolta violenta per espellere o uccidere la popolazione ebraica). Questo evento brutale culminò nel 1614 con la morte di due ebrei e di un loro assalitore nel getto ebraico di Frankfurt Judengasse.

Nonostante i parallelismi siano troppi da essere considerati mere coincidenze, esistono argomentazioni discordanti che cercano di redimere la trama di “Hogwarts Legacy” dalle sue accuse antisemite. Diversi esperti della comunità ebraica confermano che l’oggetto rinvenuto tra i manufatti goblin non può essere affatto uno shofar. Secondo le loro testimonianze, questo strumento non viene segnato né colorato in alcun modo nel mondo reale per non violarne le caratteristiche sacre mentre nel videogame lo stesso oggetto appare variopinto: motivo sufficiente per allontanarlo da potenziali ispirazioni ebraiche.

I diritti dei goblin

È inevitabile notare che per i fan di Harry Potter, abituati a vedere il male incarnato in un “Signore Oscuro” pronto ad assoggettare il mondo con la sua armata di maghi “purosangue” (richiamando i crudeli Hitler e Stalin), risulta difficile affrontare “Hogwarts Legacy” senza provare la minima empatia verso il nuovo antagonista.

Ranrok è un goblin che si ribella contro l’insistenza del mondo magico di tenere la magia lontana dalle mani del suo popolo, battendosi per far riconoscere i diritti della sua specie. Nonostante questa lotta per l’indipendenza ricorra a mezzi violenti, molti critici, tra cui Jack Doyle della rivista The Mary Sue, accusano il gioco di imporre la scelta morale di spezzare la ribellione dei goblin e riportarli in schiavitù.

“È tragico pensare che i giocatori si concentreranno sul divertimento portato dal videogame più che soffermarsi sui traumi che questo racconto scatenerà sulle minoranze coinvolte” spiega, amareggiata, l’archivista di videogame Yonah Gerber.

Un successo nonostante tutto

A pochi giorni dall’uscita, “Hogwarts Legacy” sta scalando velocemente tutte le classifiche, affermandosi come il gioco più venduto sulla piattaforma Steam e battendo il record su Twitch di oltre 1.27 milioni di visualizzazioni streaming per un videogame single-player.

Un successo senza precedenti per un prodotto che fino a pochi mesi fa rischiava di non vedere mai la luce. Le opinioni controverse di JK Rowling sui diritti LGBTQ hanno infatti spinto molti potenziali giocatori a lanciare una vera e propria campagna di boicottaggio per posticipare e persino impedire l’uscita del videogame come gesto di solidarietà verso le comunità transgender.

Sull’onda di questo fenomeno molti magazine di videogame si sono rifiutati di pubblicare recensioni su “Hogwarts Legacy” e la nota rivista Wired lo ha valutato con un punteggio di 1/10 affermando che “i suoi effetti nocivi sul mondo reale sono impossibili da ignorare”.