incitamento all'odio online

Il carburante dell’odio è online. Lo conferma l’ultimo rapporto del Community Security Trust

Personaggi e Storie

di Ilaria Ester Ramazzotti
Hate Fuel: the hidden online world fuelling far right terror, ‘Il carburante dell’odio: un mondo online nascosto che alimenta il terrore dell’estrema destra’. Così si intitola l’ultimo report dell’organizzazione ebraica britannica Community Security Trust, che riflette la “scioccante istigazione al terrorismo e dell’odio antiebraico creato e diffuso dagli estremisti di destra sui social media”.

Pubblicato lo scorso 11 giugno, il rapporto raccoglie secondo gli autori quelli che sono dei contenuti “estremi, sia in termini di immagini violente, sia nella quantità di antisemitismo esplicito”. “La diffusione di questo incitamento [all’odio] rappresenta una minaccia terroristica urgente e attuale per le comunità ebraiche”, ha dichiarato il Community Security Trust sul suo sito web.

BitChute, Gab, 4chan e Telegram sono le piattaforme online predilette dagli estremisti che “citano la libertà di parola o la privacy come giustificazioni per il loro ruolo nella promozione o nella diffusione di odio, con contenuti provocatori e spesso violenti”. Fra le altre, la piattaforma più spesso menzionata nel rapporto è BitChute, una società registrata nel Regno Unito che ospita diversi video di attacchi terroristici di estrema destra, tra cui le riprese della sinagoga di Halle e il massacro della moschea di Christchurch in Nuova Zelanda, oltre a video di propaganda terroristica, video antisemiti che sono stati visualizzati più di tre milioni di volte e centinaia di commenti violenti. Ma anche negli altri social network analizzati non mancano razzismo, antisemitismo e negazione della Shoah. È stato inoltre scoperto che l’app di messaggistica crittografata Telegram contiene diversi post che celebrano terroristi di estrema destra, insieme ad altre immagini che sollecitano gli utenti a uccidere ebrei.

Quanto analizzato dimostra secondo il Community Security Trust la necessità di “controllare l’odioso estremismo che c’è nel Regno Unito, oltre alla necessità di una cooperazione internazionale nella lotta all’estremismo di destra, simile a quella schierata contro la propaganda jihadista”. Non ultimo, dimostra “la responsabilità delle piattaforme e dei loro amministratori per i contenuti illegali che ospitano e l’urgente necessità di regolamentarle tutte, qualunque sia la loro dimensione”.

“La glorificazione dell’odio e della violenza e la venerazione del martirio hanno definito le caratteristiche del fascismo e del nazismo fin dai loro primi giorni – commenta ancora il Community Security Trust -. Quasi cento anni dopo, i neonazisti di tutto il mondo lo ripetono”. “Anche se gli attacchi terroristici di estrema destra sono stati perpetrati da attori solitari in diversi continenti, questi si considerano parte di un singolo movimento globale, con il suo linguaggio e la sua sottocultura online sviluppati e sostenuti su queste piattaforme. Organizzazioni specifiche e identità nazionali sono meno rilevanti in quella che è diventata una sottocultura” reale.

“Gran parte di questo carburante per l’odio online promuove pericolose teorie cospirative su ebrei e altre minoranze”, aggiunge il Community Security Trust. Infine, conclude il rapporto, “fino a quando questo carburante per l’odio non sarà messo in discussione e rimosso in modo completo, è probabile che ulteriori atti di violenza si propaghino o peggiorino”.