Il “miracolo di Farlesben”: riemergono le immagini inedite dei 2500 ebrei liberati dal treno della morte

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Il 29 luglio, il ricercatore americano Matthew Rozell ha pubblicato sul suo canale Youtube un raro filmato del momento in cui i soldati statunitensi liberarono migliaia di ebrei dal treno della morte nazista fermato nel villaggio tedesco di Farlesben.

Nonostante esistessero già diverse fotografie di quello che è passato alla storia come “il miracolo di Farlesben”, questa è la prima volta che vengono scoperti i video dei prigionieri che, con felicità improvvisa e quasi incredula, scendono dal treno tra le braccia dei loro soccorritori. Questo filmato è stato rinvenuto da Rozell tra gli Archivi Nazionali degli Stati Uniti e, a distanza di 78 anni dalla sua registrazione, ha dato modo ai sopravvissuti e ai loro famigliari di rivivere la gioia provata quel lontano giorno del 1945, quando il coraggio degli alleati ridonò loro la vita.

Il treno di Farlesben

Era il 7 aprile 1945 quando i 2500 prigionieri ebrei del lager di Bergen Belsen, considerato perduto dai tedeschi, vennero fatti salire sul treno diretto per il campo di Theresienstadt per essere lì sterminati dai loro carcerieri.

I passeggeri, prevalentemente donne e bambini, erano in viaggio da sei giorni quando, il 13 aprile, il convoglio nazista si fermò nel villaggio di Farlesben a causa di uno scontro tra gli alleati e le truppe tedesche. Come racconta il giornalista Paolo Salom al Corriere della Sera, le SS responsabili della locomotiva in quel momento ricevettero l’ordine di condurla fino al ponte sul fiume Elba dove avrebbero dovuto farla esplodere o farla precipitare in acqua insieme ai suoi vagoni per annegare tutti i passeggeri ed evitare così che l’esercito alleato avesse prove delle atrocità commesse nei campi di concentramento.

Ciononostante, gli ingegneri del treno esitarono ad eseguire l’ordine, sapendo che avrebbe significato la morte anche per loro. Fu questo momento di esitazione che diversi prigionieri sfruttarono per fuggire e allertare i soldati alleati nelle vicinanze che, attaccando il treno di sorpresa con un carro armato e una jeep, spinsero alla fuga i soldati del Reich e liberarono i restanti passeggeri dai vagoni merci.

Vedendo i prigionieri che, pur traumatizzati, denutriti e torturati, ora sorridevano dalla gioia per la ritrovata libertà, un soldato americano della Nona Armata tirò fuori la sua fotocamera per immortalare quel lieto giorno con una serie di immagini e riprese, rimaste inedite fino ad oggi.

La nuova vita dei sopravvissuti

Frank Towers era uno dei soldati statunitensi che durante la marcia verso la città di Magdeburgo attraversarono il villaggio di Farlesben, scoprendone il treno e liberandone i prigionieri. Primo tenente ed ufficiale della 30° Divisione di fanteria, Towers, ora 96enne, ricorda come i passeggeri del convoglio erano inizialmente increduli e restii dal farsi aiutare perché convinti dalle guardie naziste che “se fossero diventati prigionieri degli americani, sarebbero stati giustiziati immediatamente”.

Costretti a vivere per diversi giorni su vagoni merci 40 e 8 (terminologia utilizzata nella prima guerra mondiale per indicare vagoni che potevano ospitare 40 uomini e 8 cavalli) i passeggeri erano stipati a gruppi di 60-70 persone per carro, senza spazio per sedersi o sdraiarsi, ed erano forzati ad usare come servizi igienici un unico secchio situato in un angolo del vagone impossibile da raggiungere.

“Il nostro primo obiettivo era fornire cibo, acqua e assistenza medica a queste persone” ha spiegato Towers, raccontando come i soldati alleati oltre a donare le loro provviste ai prigionieri convinsero i cittadini di Farlesben a contribuire a questi aiuti, portandoli persino ad ospitare nelle proprie case gli ex passeggeri del treno.

In seguito, Towers si occupò personalmente di radunare 50 camion, ambulanze e veicoli militari su cui caricare i 2500 ebrei e trasferirli a Hillersleben dove la loro custodia venne poi consegnata al governo degli Stati Uniti che rimpatriò molti di loro in Israele, Inghilterra, Canada e America.

Dovettero passare 62 anni perché Towers venisse a conoscenza della pagina web World War II Living History Project che il professor Matthew Rozell creò per raccontare le esperienze dei sopravvissuti della Shoah. Tra i messaggi allegati a questo pagina, Towers riconobbe subito la storia di un gruppo di ex passeggeri del convoglio di Farlesben che proprio lui aveva aiutato ad espatriare negli Stati Uniti. Questa scoperta lo motivò a lavorare a stretto contatto con Rozell per la creazione del sito www.30thinfantry.org volto a trovare e riunire altri sopravvissuti del treno con i loro liberatori.

“La prima a rispondere fu una donna australiana e da lì si scatenò una vera e propria valanga” ha raccontato Towers, spiegando come questo contatto iniziale portò, il 18 maggio 2011, ad una riunione a Rehovot, in Israele, dove 50 superstiti della liberazione di Farlesben e più di 400 discendenti si ritrovarono per condividere le loro esperienze su quel celebre giorno.

“La vicenda del treno di Farlesben è una storia importante e ciò che Frank ha fatto per riunire queste persone ha un impatto ancora più grande” ha affermato il colonnello Todd Cyril, ufficiale del Pentagono e addetto alla difesa presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv.

Oggi Towers è determinato a ritrovare i 700 prigionieri che, secondo le sue stime, potrebbero essere ancora vivi a fronte dei 2500 ebrei liberati. Con le sue annuali riunioni in Florida, San Pietroburgo, Boca Raton e Savannah, l’ex soldato americano afferma di aver già rintracciato 235 superstiti.

Matthew Rozell e le immagini di Farlesben

Matthew Rozell

Dopo la pubblicazione nel 2016 del suo libro intitolato Un treno vicino a Magdeburgo in cui tratta della liberazione del convoglio, Matthew Rozell, insegnante di storia della Hudson Falls High School di Albany, New York, continuò le sue ricerche sul miracolo di Farlesben, riscoprendo in questi giorni il filmato che mostra i soldati alleati mentre distribuiscono cioccolata e sigarette ai prigionieri liberati dopo averli aiutati a scendere dai vagoni.

Questo video ha permesso a molti sopravvissuti di rivedere sé stessi o i loro familiari nelle immagini ricche di sorpresa e gioia che coronarono quel giorno.

“Nel filmato ho rivisto me, mia madre e mia sorella. È stato commovente e sono rimasto senza parole” ha affermato Jacob Barzilai che aveva solo 12 anni quando fu liberato dal treno partito da Bergen Belsen dove suo padre e suo nonno furono uccisi.

In questi giorni i media ebraici si sono adoperati per rintracciare i sopravvissuti del celebre convoglio che ora vivono in Israele come Dula Kogan, che ha ricevuto il filmato nella sua casa a Tel Aviv dalla rete televisiva israeliana Channel 12

“Ricevere questo video è stato come assistere ad un altro miracolo legato alla storia di quel treno” ha affermato Varda Weisskopf, figlio di uno dei sopravvissuti.

Le immagini del video stanno facendo rapidamente il giro del mondo portando i restanti sopravvissuti ad uscire allo scoperto. Nel 2022 molti di loro sono tornati a Farlesben sul luogo della liberazione per inaugurare un monumento commemorativo del treno. “Gli americani sono arrivati da noi come angeli” ha affermato la sopravvissuta Bina Schwartz, raccontando la sua esperienza durante il memoriale. “Ora, vicino a questo monumento e seduta affianco ai binari posso finalmente percepire la nostra vittoria sui nazisti”.