di Michael Soncin
L’antisemitismo assillante di Kanye West (a destra nella foto) non conosce sosta, un atteggiamento pieno di odio e razzismo, che gli ha fatto perdere diverse collaborazioni con marchi prestigiosi e celebri personalità.
Una fra tutte? La famosissima e storica direttrice di Vogue America, Anna Wintour (a sx nella foto), una delle più influenti giornaliste di moda di tutti i tempi, che ha deciso di recidere i rapporti con il noto rapper e produttore discografico, il quale negli ultimi anni si è dato anche alla carriera di stilista. Essere antisemiti è di cattivo gusto, e un’autorità indiscussa come Vogue può avere posto solo per l’eccellenza.
Oltre all’addio da parte di Mrs. Wintour, il cantante è stato abbandonato dalla casa di moda Balenciaga e dal marchio di abbigliamento sportivo Adidas, ma anche da aziende come Gap, Foot Locker e Creative Artist Agency. Come spiega in una nota il Jerusalem Post, in precedenza si sarebbe addirittura goliardicamente vantato, affermando di poter dire la qualsiasi offesa senza temere di essere licenziato dalle campagne pubblicitarie della multinazionale tedesca.
Riguardo ai suoi tweet antisemiti, ha detto di essere felice di aver “oltrepassato quel limite”, aggiungendo che gli Accordi di Abramo sono stati una premeditazione dell’ex consigliere della Casa Bianca, Jared Kushner, “…solo per fare soldi”. Per rimanere nel buongusto eviteremo di riportare per intero i suoi commenti: però a dovere di testimonianza non possiamo non citare commenti come: “i media sono controllati dagli ebrei e l’hanno dimostrato bullizandomi”, mettere sullo stesso piano l’aborto con la Shoah dicendo ” 6 milioni di persone sono morte durante l’Olocausto, 20 milioni a causa dell’aborto”. La solita retorica antiebraica, piena di distorsioni e falsi cliché.
L’addio a scoppio ritardato di Adidas
Inizialmente Adidas non aveva fatto nessun passo avanti, in merito al comportamento di Kanye West, che dopo avere cambiato ufficialmente nome si fa chiamare ora col nomignolo di “Ye”.
Jonathan Greenblatt, CEO di ADL – Anti-Defamation League aveva infatti scritto una lettera all’Adidas manifestando stupore e preoccupazione nel vedere l’azienda che continuava a rilasciare i prodotti del rapper, e di “riconsiderare” tali vedute visto la sua deplorevole condotta immorale. Lo stesso disappunto è stato manifestato dall’organizzazione CCA – Campaign Against Antisemitism.
Nella giornata di martedì 25 ottobre 2022 il produttore di articoli sportivi ha annunciato ufficialmente la cessazione immediata dei rapporti con il cantante antisemita. “Adidas non tollera l’antisemitismo e qualsiasi altro tipo di incitamento all’odio”, ha scritto in una nota la società con sede a Herzogenaurach in Baviera. Questo dopo una forte pressione pubblica. La storia di Adidas ha un passato buio, i suoi fondatori erano dei nazisti e producevano armi per Hitler durante la II Guerra Mondiale.
Josef Schuster, presidente del Consiglio Centrale Ebraico in Germania, ha accolto con favore la decisione dell’azienda, ma ha espresso che la decisione è stata presa troppo tardi. “Adidas – riporta il Times of Israel – ha fatto tanto per prendere le distanze dal suo passato e, come molti marchi sportivi, è una di quelli che fanno grandi campagne contro l’antisemitismo e il razzismo. Ecco perché sarebbe stato appropriato separarsi prima da Kanye West”.
Quanto a Vogue, il suo allontanamento significa per Ye niente più copertine, niente più Met Gala, niente più settimane della moda: niente più odio sotto i riflettori. Almeno da parte sua.
Non più miliardario
Queste rotture delle relazioni commerciali hanno ridotto la fortuna di Kanye West di circa 1,5 miliardi di dollari. Dunque, non è più un miliardario. Con un patrimonio stimato in quasi 2 miliardi di dollari, Kanye West faceva parte del club molto chiuso di celebrità miliardarie che include in particolare George Lucas o Steven Spielberg.
La perdita del contratto con l’Adidas, ad esempio, infliggerà una perdita da 1,7 a 1,8 milioni di dollari all’anno. Il patrimonio del cantante è oggi stimato in 400 milioni di dollari principalmente in diritti immobiliari e musicali.