“Il movimento LGBTQ+ non stia con i terroristi”: l’appello di Keshet Italia

di Nathan Greppi
L’unica organizzazione ebraica italiana per i diritti LGBTQ+, Keshet Italia, ha preso posizione contro le posizioni antisraeliane assunte da alcune organizzazioni dopo i massacri compiuti da Hamas il 7 ottobre.

“Keshet Italia desidera condividere alcune riflessioni sulla partecipazione di organizzazioni appartenenti alla comunità LGBTQIAK+ alle recenti manifestazioni pro-Palestina”, si legge in un loro comunicato, che vuole “evidenziare che le organizzazioni coinvolte in tali manifestazioni lo fanno a titolo individuale e in base alle loro opinioni sulla politica estera, senza rappresentare l’intera realtà Queer”.

Hanno continuato dicendo che “assordante è stato il silenzio rispetto ai massacri del 7 ottobre sulla popolazione israeliana”, e che certe posizioni rischiano di escludere chi ha opinioni diverse sul conflitto. “L’aumento dell’antisemitismo generato da questo conflitto ci deve indurre a una riflessione. Le critiche verso il governo israeliano, analoghe a quelle rivolte a qualsiasi altro governo di qualsiasi altro Paese, non possono essere considerate antisemite. Va data tuttavia attenzione al linguaggio utilizzato sui social e nelle piazze viste le conseguenze reali sulle vite delle persone ebree, comprese quelle all’interno delle nostre organizzazioni”.

Secondo loro, alcuni comunicati pubblicati da organizzazioni LGBTQ+ negli ultimi mesi “non solo proiettano i peggiori pregiudizi antisemiti su Israele in quanto maggiore collettività ebraica del mondo, ma falliscono nel differenziare le nostre identità ebraiche dalle politiche del governo israeliano”. Inoltre, secondo loro è ormai “luogo comune per alcune organizzazioni LGBTQIAK+ non considerare le persone ebree come una minoranza svantaggiata, ma avvalersi dei più antichi stereotipi antisemiti che la dipingono detentrice di un presunto ‘privilegio ebraico’”.

Hanno espresso la loro preoccupazione per tutte le vittime civili, sia israeliane che palestinesi, auspicando che si realizzi la soluzione dei due Stati. “Denunciamo chiaramente Hamas come gruppo terroristico, […] il cui obiettivo dichiarato è l’annientamento dello Stato di Israele e la violenza contro le persone ebree, come chiaramente dimostrato dal loro statuto. […] Allo stesso modo, è importante evitare di applicare due pesi e due misure, chiedendo a Israele comportamenti che non ci si aspetta o non si richiede a nessun altro Stato al mondo. Eguale è la profonda preoccupazione per l’aumento del razzismo antimusulmano che va combattuto in ogni forma e modo”.

Concludono affermando che “fiduciosi dei valori morali e universali che ci uniscono, al di là di eventuali divergenze politiche, siamo aperti alla creazione di un tavolo di confronto che tenga conto di tutte le sensibilità”.