di David Fiorentini
Il Gran Rabbinato d’Israele ha chiesto a Papa Francesco di ritrattare un recente commento sulla legge ebraica che, a suo dire, potrebbe portare gli ascoltatori cattolici a “conclusioni sprezzanti” sugli ebrei.
Il rabbino Ratzon Arusi, presidente della Commissione per gli Affari Interreligiosi del Gran Rabbinato, ha inviato una lettera al Vaticano esprimendo preoccupazione per l’omelia letta dal Pontefice lo scorso 11 Agosto.
“Dio ha offerto loro la Torah, la Legge, in modo che potessero comprendere la Sua volontà e vivere nella giustizia” – ha esordito Papa Francesco – “La Legge, però, non dà la vita, non offre il compimento della promessa perché non è capace di poterla realizzare. La Legge è un cammino, un cammino che porta verso un incontro… Chi cerca la vita deve guardare alla promessa e al suo compimento in Cristo”.
Nella lettera indirizzata al Cardinale Kurt Koch, capo del dipartimento che gestisce le relazioni con il popolo ebraico, rav Arusi sottolinea come “nella sua omelia, il Papa presenti la fede cristiana non solo come sostituto della Torah, ma afferma che quest’ultima non sia più fonte di vita, implicando che la pratica religiosa ebraica nell’era attuale sia ormai obsoleta.”
“Questo in effetti è parte integrante dell’ “insegnamento del disprezzo” verso gli ebrei e l’ebraismo che pensavamo fosse stato pienamente ripudiato dalla Chiesa” – ha continuato il Capo Rabbino, chiedendo al cardinale di “trasmettere il nostro disagio a Papa Francesco” e di agire al più presto per “garantire che qualsiasi conclusione derogatoria tratta da questa omelia sia fermamente ripudiata”.
Rav Di Segni: “Un’aberrazione teologica antica”
Le parole del Papa hanno suscitato una forte reazione anche dall’altra sponda del Tevere, dove il Rabbino Capo di Roma, rav Riccardo Di Segni, in un’intervista a L’Espresso ha condiviso il suo disappunto. L’omelia “ripropone l’idea che, con l’arrivo di Gesù, il Dio dell’Antico Testamento è cambiato: prima era severo e vendicativo, poi è diventato il Dio dell’amore. Quindi – spiega rav Di Segni – gli ebrei sono giustizialisti e i cristiani buoni e misericordiosi. È un’aberrazione teologica molto antica, che è rimasta una sorta di malattia infantile del cristianesimo”.
Una grande delusione per la comunità romana visto che l’attuale Pontefice, secondo il Rabbino Capo, “è un Papa molto interessante, con il quale si riesce a dialogare”. Tuttavia, le parole pronunciate nelle scorse settimane possono pericolosamente “rinforzare il pregiudizio in un pubblico non preparato”.
L’ufficio del Cardinale Koch ha dichiarato a Reuters che stava “considerando [la lettera] seriamente e riflettendo su una risposta”.
(Nella foto Papa Francesco durante la visita ufficiale alla sinagoga di Roma nel 2016 con Rav Di Segni. Fonte foto: Agensir)