Israele punta a coltivare piante sulla Luna

di Michael Soncin
Nella speranza di basi lunari autosufficienti, dopo essere riuscito a far fiorire le zone più aride della Terra, Israele sta pensando di ripetere il prodigio anche sulla Luna. Il progetto è a cura di un istituto situato nel sud di Israele, nel deserto del Negev, zona particolarmente inospitale per l’agricoltura che oggi invece è piena di aree verdi.

È definito come il progetto più ambizioso mai realizzato di agricoltura extra planetaria. Gli astronauti coltivavano già piante, nella Stazione Spaziale Internazionale, ma oltre a questo, nel 2019 la Cina era riuscita a far crescere una piantina di cotone. Ora gli scienziati israeliani vogliono spingersi oltre.

Come riporta il Times of Israel, i ricercatori del Jacob Blaustein Institute for Desert Research della Ben Gurion University di Beersheba, stanno preparando una mini-serra dal peso di 2 chilogrammi con una varietà di semi e piante che dovrebbe arrivare sul nostro satellite nel 2025. Il progetto è in collaborazione con le università dell’Australia e del Sud Africa. Il viaggio farà parte della missione Beresheet 2, organizzato dall’organizzazione no profit israeliana SpaceIL.

“Le basi sulla luna o le colonie su Marte potrebbero diventare una realtà e stiamo vedendo se siamo in grado di coltivarle anche in quelle zone. Le piante sono importanti per il cibo, per l’ossigeno, per i farmaci, per rimuovere la CO₂ dall’aria e anche per il benessere generale”, ha detto il professor Simon Barak del Blaustein Institute. La mini-serra sarà sigillata nell’atmosfera terrestre, ma il diversivo sta nel fatto che sarà soggetta alla forza di gravità lunare, diversa da quella terrestre, e chiaramente del tutto assente nella Stazione Spaziale Internazionale.

Parte del gruppo di ricerca è composto dalla dottoressa Tarin Paz-Kagan, e dal professore Aaron Fait. Nella camera le piantine saranno costantemente monitorate, con un impianto preposto all’irrigazione, al mantenimento dalla giusta temperatura, oltre a delle foto per vederne lo stato in tempo reale.

Barak ha detto che l’esperimento è di grande importanza per il futuro dell’umanità, che prevede di abitare luoghi al di fuori del pianeta Terra. Una realtà sempre più discussa.