Sarebbe dovuto diventare l’ambasciatore ungherese, ma ha fatto un passo indietro prima di essere designato. Peter Szentmihalyi Szabo, principale candidato a diventare ambasciatore dell’Ungheria a Roma, ha infatti rinunciato all’incarico dopo l’esplosione delle polemiche per le sue posizioni antisemite. Poeta e scrittore, Szentmihalyi Szabo ha scritto un libro intitolato “Gli agenti di satana”, in cui, tra le altre cose, si dice: “Vivono qui in Ungheria, parlano e scrivono in ungherese, ma ci odiano (…) Non è difficile riconoscerli perché sono vili e impertinenti allo stesso tempo. Il denaro è il loro Dio (…) Cerchi scuri sotto gli occhi, la pelle flaccida, piedi freddi”. Nel 2002 è entrato a far parte del partito antisemita della destra radicale (Miép), e ha inoltre esaltato la Guardia ungherese, organizzazione paramilitare del partito estremista Jobbik creata per l’intimidazione dei rom e degli ebrei, e nelle sue pubblicazioni ha esortato alla riconquista dei territori ungheresi persi nel 1918.
A fare “scoppiare” il caso è stato Abraham H. Foxman, prdirettore dell’Antidefamation League, che ha inviato
Nonostante il polverone solo due giorni fa, il portavoce del ministero degli Esteri aveva confermato che da ambasciatore avrebbe avuto una “importante missione culturale in Italia”.
Mercoledì 23 luglio (come riporta il Corriere della Sera) Abraham H. Foxman, direttore della più grande organizzazione mondiale contro l’antisemitismo, l’Anti Defamation League, aveva inviato da New York una lettera al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini in cui chiedeva di non concedere il gradimento a Szentmihalyi Szabo: “Noi speriamo – ha scritto Foxman – che risulterà chiaro al governo ungherese che il signor Szabo non sarebbe gradito a Roma”. Nella lettera il direttore di Adl denunciava che il poeta ungherese ha pubblicato testi contenenti teorie cospirative antisemite e ha bollato gli ebrei ungheresi come “agenti di Satana”, accusandoli di aver lucrato “sull’industria dell’Olocausto”.