di David Zebuloni
Nell’ultima settimana non si è parlato d’altro se non della tanto attesa visita del Presidente americano Joe Biden in Israele. Visita nella quale, oltre a lunghi sorrisi smaglianti e infinite strette di mano, si è detto poco o niente. A catturare l’attenzione dei media internazionali, piuttosto, è stata un’intervista molto interessante ed assolutamente esclusiva rilasciata dallo stesso Biden alla rete televisiva israeliana N12 un giorno prima del suo arrivo nello Stato Ebraico. Esclusiva poiché il Presidente americano non è solito parlare di fronte a telecamere di organi giornalistici esteri. Interessante poiché le dichiarazioni nelle quali si è lanciato Biden sono risultate molto più spinte e concrete di quanto abbia poi detto durante gli incontri con Herzog, Lapid e Netanyahu.
“La maggior parte degli israeliani si oppone al ritorno di un accordo con l’Iran. Pertanto volevo chiederle, e insieme a me molti israeliani si pongono la stessa domanda, perché lei è così determinato a tornare all’accordo?”, ha domandato l’intervistatrice Yonit Levi senza indugiare troppo, toccando così il punto più sensibile ad oggi per l’esistenza stessa dello Stato d’Israele e per i suoi longevi rapporti con gli alleati americani. “Perché l’unica cosa peggiore dell’Iran di oggi è l’Iran con le armi nucleari, e se possiamo tornare all’accordo originale e tenerla sotto controllo, penso che sia la cosa migliore. Penso anche che il precedente presidente abbia commesso un grave errore quando ha lasciato l’accordo, l’Iran è ora più vicina allo sviluppo di armi nucleari di quanto non fosse in passato. Dunque, ci siamo avvicinati al tavolo dei negoziati, abbiamo redatto un accordo, lo abbiamo proposto e ora dipende solo dall’Iran se accettarlo o meno”. Levi, scontenta della risposta, ha rincarato la dose: “Lei ha già detto, e lo ribadisce, che farà di tutto per garantire che l’Iran non disponga di armi nucleari. Ciò significa anche agirà con forza contro l’Iran, se necessario? È questa la sua intenzione?”. Dopo una breve pausa, Biden ha risposto seccamente: “Come ultima opzione, sì.”
Sempre a proposito della pace in Medio Oriente, l’abile intervistatrice ha indagato circa i rapporti rinnovati del Presidente americano con le autorità saudite. “Il quadro generale è questo: alcuni pensavano, a causa della precedente amministrazione, che avessimo abbandonato il Medio Oriente. Pensavano che avessimo creato un vuoto che la Cina e la Russia avrebbero riempito e che ciò non dovesse accadere, ma così non è stato”, ha spiegato Biden. “Il mio obiettivo è la stabilità in Medio Oriente. Anche Israele ha un chiaro interesse ad integrarsi nella regione. Il nostro obiettivo, dunque, è comune. Israele è uno stato democratico ed è da sempre nostro alleato, la mia amministrazione ha stanziato 4 miliardi di dollari e un altro miliardo a favore dell’Iron Dome. Ora stiamo lavorando a un progetto laser che potrebbe persino sostituire l’Iron Dome. Abbiamo un chiaro interesse che Israele sia stabile”.
L’intervista, presto diventata conversazione accesa, è poi virata sul tema della guerra in Ucraina. “Finché imporremo sanzioni alla Russia, tutti ne subiremo le conseguenze, tutti verremo danneggiati. Tuttavia, questo è il prezzo che abbiamo deciso di pagare per impedire a Putin di riuscire nella sua impresa, e penso che sia importante”, ha spiegato Biden. Evidentemente allarmata, Yonit Levi ha dunque domandato quanto tempo ancora dureranno le sanzioni. “Da parte nostra, quanto tempo ci vorrà. Anche mesi o anni, tutto il tempo necessario. Non possiamo lasciarlo vincere”, ha risposto il Presidente americano senza esitare. Dopo un’altra breve pausa, l’intervistatrice ha cambiato nuovamente argomento. “Devo assolutamente porle questa domanda Signor Presidente. Israele è molto impegnata con la politica americana, probabilmente poiché ci permette per un attimo di non pensare alla nostra. Ecco, lei prevede un testa a testa Biden-Trump nel 2024?”. Per la prima volta dall’inizio dell’intervista, Biden, che fino a quel momento è risultato più stanco e anziano che mai, pare essersi acceso. “Non lo prevedo, ma se dovesse succedere, non ne rimarrò deluso”, ha risposto con tono fermo e lo sguardo furente.
Poi ancora, un momento nostalgico, decisamente più informale rispetto ai precedenti, ha sciolto l’atmosfera e fatto sorridere l’intervistatrice. Forse, insieme a lei, anche gli spettatori. “Ho avuto l’opportunità di incontrare tutti i primi ministri dai tempi di Golda Meir”. ha raccontato Biden. “Golda una volta ha detto una cosa incredibile: ci siamo incontrati dopo la guerra di Yom Kippur. Ricordo che si è seduta al tavolo e accanto a lei sedeva il suo assistente, un ragazzo di nome Yitzhak Rabin. È una storia vera, ve lo assicuro. Si è seduta al tavolo e mi ha mostrato le mappe, mi ha parlato di tutti i danni causati dalla guerra. Poi mi ha guardato e ha detto: ‘Non fare quella faccia triste’. Ho risposto: ‘Hai descritto una situazione molto difficile’. Ci siamo guardati e lei mi ha sussurrato: ‘Tranquillo, abbiamo ancora un’arma segreta’. Pensavo che mi volesse svelare di cosa si trattasse, quindi mi sono avvicinato e lei ha detto: “Se non Israele, noi ebrei non abbiamo nessun altro posto in cui andare’. Aveva ragione lei, e da quel momento ho capito l’importanza dei nostri rapporti con Israele”.
(Credit foto: canale N12)