di Paolo Castellano
Nel 2018 era dovuto scappare dal suo paese perché aveva rifiutato l’ordine impartito dalla sua squadra di judo: l’atleta Saeid Mollaei non avrebbe dovuto combattere contro il suo avversario israeliano Sagi Muki in un incontro valido per il titolo internazionale. Da quel momento, il campione iraniano ha affrontato molte difficoltà. Ha trascorso alcuni mesi in Germania e poi si è trasferito in Mongolia.
Come riporta il The Times of Israel, il 4 marzo il Comitato Olimpico Internazionale ha dichiarato che Mollaei potrà partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo rappresentando la Mongolia, il paese che attualmente gli sta offrendo asilo politico.
Dunque l’organo internazionale olimpico ha riaperto i cancelli delle competizioni di judo al campione iraniano che un anno fa aveva rifiutato di sottostare alle imposizioni della Federazione nazionale iraniana di judo. Lo stesso Mollaei ha svelato il retroscena diplomatico, raccontando alla BBC la sua vicenda.
Mark Adams, portavoce del Comitato Olimpico internazionale, ha dunque sostenuto che gli sarà riconosciuta la condizione di rifugiato politico. Quindi il campione iraniano potrà rappresentare la Mongolia nelle prossime competizioni intenzionali, interrompendo il periodo di inattività sul tappeto da combattimento. La procedura di riconoscimento è stata elaborata senza coinvolgere i rappresentanti olimpici iraniani.
Come Mosaico aveva raccontato in un articolo precedente, nel maggio del 2019 la Federazione Internazionale di Judo (FIJ) aveva diramato una dichiarazione in cui criticava l’Iran per la condotta sportiva, emettendo “una sospensione protettiva da tutte le competizioni”. Poi dall’ottobre 2019 la FIJ ha scelto di sospendere la Federazione nazionale iraniana fin quando non accetterà di disputare gli incontri con gli avversari israeliani. Ciò nonostante, i vertici iraniani hanno deciso di fare appello e dunque l’8 aprile si volgerà un’udienza davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport.
Da 40 anni, l’Iran non riconosce la sovranità dello Stato israeliano, adottando continue strategie di boicottaggio anche a livello sportivo. I cittadini iraniani che non accettano queste imposizioni sono poi costretti a fuggire all’estero in cerca di asilo politico come nel caso del judoka Saeid Mollaei.