di Ludovica Iacovacci
Amos Schocken, l’editore di Ha’aretz, giornale di riferimento per buona parte dell’opinione pubblica fuori dal Medio Oriente ovvero faro di luce per i detrattori dello Stato ebraico, è riuscito ad avere i suoi quindici minuti di celebrità anche in Israele. Il giornale si è sempre distinto per forti posizioni antagoniste ai governanti del Paese ma, forse da oggi, potrebbe essere più chiaro ai suoi lettori che esiste una differenza tra essere all’opposizione e sposare le posizioni del quotidiano, poiché dire che “Israele combatte contro i combattenti per la libertà palestinese che definisce terroristi”, stando alle parole dell’editore pronunciare giovedì 31 ottobre, a Londra, durante una conferenza del giornale Ha’aretz, non è propriamente essere semplicemente contro il governo Netanyahu. Schocken ha aggiunto: “In una certa misura, ciò che sta accadendo ora nei territori occupati e in parti di Gaza è una seconda Nakba”. L’editore ha parlato di “un crudele regime di apartheid contro il popolo palestinese” e ha detto che “uno Stato palestinese deve essere istituito” suggerendo che, secondo lui, l’unico modo per farlo è “promuovere sanzioni contro Israele e contro i suoi leader”.
Se le parole hanno un prezzo, il conto per Ha’aretz è salato: numerose cancellazioni agli abbonamenti cartacei per i pochi lettori rimasti.
A seguito dei commenti dell’editore Amos Schocken, in cui si riferiva ai terroristi di Hamas come “combattenti per la libertà”, centinaia sono state le cancellazioni e le richieste di risoluzione dell’abbonamento del giornale. Nelle riunioni interne di Ha’aretz Group di domenica, c’è stata una discussione su “un tasso folle di cancellazioni e un forte calo della pubblicità sui giornali”. Il giornale è stato duramente colpito dalle cancellazioni degli abbonamenti di stampa. Walla ha appreso che molti abbonati di lunga data hanno chiesto di cancellare i loro abbonamenti. Ciò sta causando preoccupazione nella gestione del quotidiano poiché, a differenza degli abbonati digitali che sono caratterizzati dalla volatilità, gli abbonati cartacei – quei pochi rimasti in Israele – sono più difficili da riconquistare, rendendo questo un duro colpo a lungo termine per il giornale.
Dalla pubblicazione dell’intervento di giovedì, diversi ministeri governativi hanno chiesto di cancellare i loro abbonamenti (ogni ministero ha dozzine di abbonamenti). Il solo Ministero degli Esteri ha annullato 90 abbonamenti al giornale. Il Ministero dell’Interno ha annunciato la sospensione di tutta la cooperazione e la pubblicità con Ha’aretz a seguito delle controverse osservazioni fatte dall’editore. “Vista la gravità della questione, e fino a nuovo avviso, ordino la sospensione di tutte le pubblicazioni e collaborazioni con il quotidiano Ha’aretz (direttamente e tramite l’ufficio pubblicazioni governativo), per quanto esistenti. Non possiamo e non intendiamo rimanere in silenzio di fronte all’ostruzione da parte dei soldati dell’IDF e agli sforzi dello Stato per difendere i suoi cittadini”, si legge nella comunicazione ufficiale del Ministero dell’Interno. La dichiarazione ha descritto questi commenti come “profondamente offensivi e rivelando un allontanamento fondamentale dai valori fondamentali, in particolare mentre Israele conduce la sua guerra più giustificata, iniziata in risposta all’attacco mortale di Hamas del 7 ottobre”.
La mossa rappresenta una rottura senza precedenti tra un ministero governativo e un’organizzazione di notizie israeliana. Il messaggio che il governo sta mandando al giornale è cristallino: sei libero di credere ciò che più ti garba, ma se vuoi continuare a darci contro, non lo farai con i soldi dello Stato.
Il forte calo della pubblicità ha portato ad esporsi l’uomo d’affari Leonid Nevzlin, uno dei proprietari del giornale, in cui ha preso le distanze dall’editore Amos Schocken. “Desidero esprimere il mio completo disaccordo con la percezione di Amos Schocken come editore del giornale in risposta agli eventi del 7 ottobre e alla guerra attuale. Le sue recenti dichiarazioni alla conferenza di Ha’aretz a Londra sono scioccanti, inaccettabili e persino disumane, mostrando insensibilità verso le vittime del terribile giorno e della guerra, gli ostaggi e le loro famiglie e l’intero popolo di Israele”, ha dichiarato. L’editore di Ha’aretz Amos Schocken ha, in un primo momento, scelto di non rispondere.
Quando la pezza è peggio del buco: il relativismo delle scuse dell’editore
Successivamente alle conseguenze causate dalle sue parole, l’editore è tornato sull’argomento: «Ho riconsiderato quello che ho detto. Molti combattenti per la libertà nei lavori e nella storia, forse anche sulla strada per l’istituzione dello Stato di Israele, hanno commesso atti di terrore scioccanti e terribili e hanno danneggiato gli innocenti per raggiungere i loro obiettivi. Avrei dovuto dire “I combattenti per la libertà, che usano metodi di terrore e devono essere combattuti. L’uso del terrorismo non è legittimo”» ha cercato di rettificare Amos Schocken.