La BBC vieta di chiamare quelli di Hamas “terroristi”

di Nathan Greppi
Yariv Mozer, regista israeliano del documentario We Will Dance Again, incentrato sul massacro avvenuto al Supernova Music Festival, ha raccontato in una recente intervista rilasciata a The Hollywood Reporter di aver dovuto evitare di descrivere Hamas come un’organizzazione terroristica se voleva che andasse in onda sulla BBC. Il film, trasmesso dall’emittente pubblica britannica mercoledì 25 settembre e commissionato dalla BBC Storyville, contiene filmati inediti del massacro di Hamas avvenuto al festival musicale il 7 ottobre 2023.

Mozer ha dichiarato a The Hollywood Reporter che questa era una concessione che ha dovuto fare affinché il film ricevesse la giusta copertura nel Regno Unito: “Era un prezzo che ero disposto a pagare affinché il pubblico britannico potesse vedere queste atrocità e decidere da sé se si tratta o meno di un’organizzazione terroristica”, ha detto.

Successivamente, il documentario verrà proiettato anche in Spagna e in Australia. Mentre negli Stati Uniti, è stato acquisito dalla piattaforma streaming Paramount+. Mozer ha raccontato di aver offerto We Will Dance Again a più piattaforme di streaming negli Stati Uniti; tuttavia, secondo quanto riferito, non erano disposti a riprenderlo a causa delle loro preoccupazioni in merito alla situazione politica attuale. “Il film non è politico – ha affermato Mozer -. È raccontato attraverso gli occhi dei sopravvissuti e quelli di Hamas. C’è la verità su quello che è successo”.

Filmati atroci

Per quanto riguarda il contenuto del documentario, e l’utilizzo di filmati pieni di violenza, Mozer ha detto che voleva conservarne il più possibile, per poter mostrare quale fosse la portata dell’attacco e la brutalità con la quale Hamas ha colpito persone che non potevano difendersi. “Un brutale movimento fondamentalista sta cercando ossessivamente di distruggere i valori della società occidentale. Si trattava di giovani ad un festival musicale che celebrava la vita, l’amore e la pace: molto ingenui e di spirito libero. E hanno incontrato le persone peggiori, che amano la morte”.

Il documentario fa una ricostruzione minuziosa: partendo dal momento precedente all’attacco, iniziato alle 6:30 di sabato 7 ottobre, descrive gli eventi utilizzando testimonianze, video, telecamere a circuito chiuso, filmati GoPro dal live streaming di Hamas e filmati di telefoni e dashcam. Il filmato copre le oltre sei ore in cui le persone hanno cercato di nascondersi o fuggire dai terroristi.

L’operato della BBC

Intervistato da Israel Hayom, Asserson ha spiegato la sua teoria in merito alle ragioni dietro alla mancanza di obiettività da parte dell’emittente: “Sulla carta, la BBC si impegna rigorosamente ad essere oggettiva e imparziale, ma la sua direzione non ha regole effettive per assicurarsi che sia rispettato questo impegno. Noi ora possiamo dimostrare, attraverso le ricerche che abbiamo condotto, quanti intervistati sono vicini ai palestinesi e quanti a Israele, quanti contenuti mostrano empatia verso Hamas, ma l’azienda stessa non ne ha idea. Non possiede dati, non controlla le proprie produzioni, e in tal modo si permette di aggirare i suoi stessi standard”.

“La seconda ragione -, ha continuato Asserson – è che attaccare Israele è diventato lo sport di riferimento per gruppi di sinistra che si definiscono ‘progressisti’. Nel corso degli anni, questa tendenza è peggiorata. I giornalisti della BBC hanno adottato classici preconcetti di sinistra per quel che concerne Israele, e così loro, compresi quelli più estremi, sentono che la direzione non li supervisiona e lascia mano libera per mettere in atto delle manipolazioni, e persino per creare notizie false anziché riportare quelle vere. La BBC è stata presa in ostaggio da persone che fanno pienamente parte di questa propensione all’odio contro Israele”.