di Pietro Baragiola
Il conflitto tra Gaza e Israele ha coinvolto anche la Fiera del Libro di Francoforte, uno dei più grandi e autorevoli ritrovi dell’editoria mondiale.
Sabato 14 ottobre l’agenzia letteraria tedesca Litprom ha rimandato la premiazione del romanzo Un dettaglio minore, nominato vincitore del prestigioso riconoscimento letterario LiBeraturpreis.
Terzo racconto della scrittrice palestinese Adania Shibli, il libro è stato accusato di promuovere un messaggio antisemita per essersi basato sulla storia vera di una beduina palestinese violentata e uccisa nel deserto del Negev da alcuni soldati israeliani. “In questi tempi, un romanzo che descrive Israele come una macchina per uccidere può essere premiato?” ha scritto il quotidiano tedesco Die Tageszeitung.
Dopo i terribili attacchi terroristici compiuti da Hamas negli ultimi giorni, gli organizzatori della fiera hanno espresso pubblicamente il proprio sostegno al popolo d’Israele, assumendo una tolleranza zero per i testi antisemiti e dando più spazio alle “nuove voci israeliane ed ebraiche”. Questo gesto, però, ha provocato l’indignazione di molti scrittori arabi che hanno deciso così di cancellare la loro partecipazione alla fiera, forzando gli organizzatori a raggiungere nuovi compromessi.
“Un dettaglio minore”: il libro
La trama inizia nell’estate del 1949 (un anno dopo il conflitto che i palestinesi chiamano Nakba e che gli israeliani celebrano come Guerra d’Indipendenza) e vede una squadra di soldati israeliani imbattersi in un gruppo di beduini palestinesi nel deserto del Negev. Su ordine del loro capitano i soldati uccidono l’intero gruppo, risparmiando solo una ragazza che viene catturata e portata nel loro accampamento per essere stuprata, uccisa e sepolta nel deserto. Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah vuole portare alla luce i dettagli di questo efferato omicidio, raccontando la storia dal punto di vista della vittima. Questo progetto la porta ad intraprendere un viaggio pericoloso, spostandosi in auto attraverso villaggi da tempo devastati e culminando in un finale che, come un tragico scherzo del destino, la vede uccisa a sua volta da alcuni soldati israeliani per essersi avventurata in una zona militare senza avere il permesso.
Pubblicato in lingua araba nel 2017, il libro è stato tradotto in inglese nel 2020 da Elisabeth Jaquette che ne ha fatto emergere i termini violenti usati da Shibli per descrivere i soldati israeliani e i loro comportamenti sui prigionieri.
Dopo essere stato inserito nella rosa dei candidati dei National Book Awards del 2020 e dell’International Booker Price del 2021, il romanzo è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice La nave di Teseo e in Germania da Berenberg Verlag. È stata proprio la critica tedesca che, nell’agosto del 2023, lo ha dichiarato vincitore del premio LiBeraturpreis, assegnato ogni anno durante la Fiera del Libro di Francoforte a un autore proveniente da Africa, Asia, America latina o dal mondo arabo.
Nonostante la critica abbia apprezzato la capacità della trama di descrivere minuziosamente il tema della guerra tra i confini territoriali, la natura fortemente antisemita del testo ha provocato numerose polemiche, portando il giornalista Ulrich Noller a dimettersi come membro della giuria del premio in segno di protesta per la vittoria di Shibli.
Un messaggio antisemita
Dopo le dimissioni di Noller sono state diverse le testate che, secondo l’emittente tedesca Deutsche Welle, hanno condannato il libro come un racconto antisemita.
Carsten Otte, giornalista del quotidiano Die Tageszeitung, teme che il testo di Shibli possa trasmettere il messaggio che “tutti i soldati israeliani sono anonimi stupratori e assassini mentre i palestinesi semplici vittime di conquistatori dal grilletto facile”. Otte vuole inoltre soffermarsi sul fatto che la trama di Un dettaglio minore non menziona minimamente la violenza adottata contro i civili israeliani. “Forse perché a sostegno dell’ideologia disumana che vede questi attacchi come un mezzo legittimo nella lotta contro l’occupazione.”
Anche la rivista svizzera Tages-Anzeiger ha concordato con le critiche di Otte, definendo il romanzo come “l’inizio di un dibattito su come gestire i testi che contengono voci antisemite e anti-israeliane”.
Il direttore della Fiera del Libro di Francoforte, Juergen Boos, ha commentato pubblicamente il conflitto degli ultimi giorni esprimendo la sua completa solidarietà a Israele: “Condanniamo con la massima fermezza le barbarie perpetrate da Hamas. Il terrorismo contraddice tutti i valori della nostra fiera che, per questo motivo, si dimostra pienamente solidale nei confronti del popolo d’Israele”.
Consapevole che, in questo clima di guerra, Un dettaglio minore rischia di diffondere il sentimento anti-israeliano e antisemita nella scena culturale tedesca, Boos ha cancellato la premiazione del 20 ottobre e si è ripromesso di utilizzare la fiera di quest’anno per rendere particolarmente visibili le voci ebraiche e israeliane, dedicando loro uno spazio ulteriore rispetto agli eventi già programmati. Tra questi nuovi appuntamenti è stata annunciata la conferenza della scrittrice e attivista per la pace Lizzie Doron e l’evento Out of Concern for Israel, dedicato alle voci israeliane.
La cancellazione della premiazione di Shibli e il supporto verso le famiglie delle vittime israeliane senza minimamente accennare ai morti palestinesi ha indignato molti scrittori arabi che hanno risposto cancellando la loro partecipazione alla fiera di quest’anno.
Le partecipazioni cancellate
“Speravamo che la letteratura giocasse un ruolo importante per costruire un dialogo tra i due lati del conflitto. Ma la fiera ha preferito una posizione netta di una sola parte contro l’altra” ha scritto il celebre scrittore algerino Said Khatibi sul suo profilo Facebook, cancellando la propria partecipazione all’evento di Francoforte.
Molti enti letterari si sono uniti a questo esodo di scrittori arabi dalla Fiera del Libro, tra cui l’Autorità del libro di Sharjah (l’ente degli Emirati Arabi Uniti che si occupa di promozione della cultura letteraria araba) e l’Associazione degli editori turchi che hanno considerato “distorta e ingiusta” la posizione di Boos nei confronti dei tragici eventi della regione. “Sosteniamo il ruolo della cultura e dei libri per incoraggiare il dialogo e la comprensione fra le persone. Crediamo che questo ruolo sia importante ora più che mai”.
Bersagliato dalle polemiche, Boos ha rimesso la decisione nelle mani della Litprom, definendola “l’unica responsabile dell’assegnazione del premio”. L’organizzazione ha deciso dunque di scendere ad un compromesso tra le parti, dichiarando che la premiazione del libro di Shibli verrà semplicemente rimandata e sarà celebrata solo dopo la fine del conflitto in Medio Oriente.