La marcia della vita di Yoel Levy: da Manchester a Londra a piedi per raccogliere fondi per i sopravvissuti alla Shoah

di David Zebuloni
Tra i tanti e grandi interrogativi che si pongono gli ultimi testimoni della Shoah, vi è sempre la domanda angosciosa e insistente: siamo riusciti a trasmettere il valore della nostra testimonianza a chi ci ascolta? E ancora: sapranno i nostri nipoti tramandare il ricordo di ciò che è stato? La fiamma della memoria continuerà ad ardere anche quando non ci saremo più? Ecco, se tutti i nipoti della Shoah fossero come il giovane britannico Yoel Levy, la minaccia dell’oblio probabilmente non esisterebbe.

Fitness coach di professione e autore del Jewish Health Podcast, con migliaia di followers su Instagram e TikTok, Yoel ha deciso di dare un significato aggiunto al 27 di Gennaio, camminando da Manchester a Londra con il fine di raccogliere donazioni per la Fondazione Yad Vashem in Inghilterra. “Questa marcia è stata un omaggio alla forza e alla resilienza dello spirito umano, anche di fronte a sfide inimmaginabili”, ha spiegato il giovane allenatore a Mosaico.

Poi, ha aggiunto: “Solo attraverso atti di determinazione e coraggio possiamo onorare la memoria di coloro che hanno sofferto e mostrare il nostro impegno affinché una simile tragedia non si ripeta. Ricordando il passato e traendo forza da esso, possiamo unirci per creare un futuro più luminoso e compassionevole. Promuovendo questa causa sui social media, ho voluto coinvolgere un pubblico più ampio, contribuendo così a diffondere il messaggio del ricordo tra i più giovani”.

Yoel Levy con una t-shirt che spiega il suo progetto


Yoel ha infatti immortalato tutto il suo percorso sui social
, a partite dai preparativi fisici, psicologici e logistici necessari per affrontare la grande marcia. Ha mostrato come si prepara uno zaino per un viaggio di questo tipo, quali alimenti e indumenti ci si porta appresso, ma ha anche raccontato le sue paure in vista dello sforzo fisico che lo attendeva. Ha poi condiviso le fasi della marcia, fino ad arrivare alla meta. I feedback sono stati sorprendenti. Migliaia di giovani hanno seguito il suo viaggio, e altrettanti hanno donato a favore della causa.

“Ho pensato quale potesse essere il mio contributo al ricordo della Shoah, e ho capito che non ero adatto ai lunghi discorsi e alle lezioni scolastiche a sfondo storico. Volevo agire in modo più concreto, in linea con la mia professione e la mia quotidianità. Così, affrontare questa marcia mi è sembrato il gesto più giusto e appropriato. Quando ho raggiunto la meta e incontrato i membri della Fondazione Yad Vashem, mi sono sentito benissimo. Mi sono sentito profondamente soddisfatto e realizzato”, ha ancora raccontato Yoel a Mosaico.

Il messaggio più emozionante, tuttavia, gli è arrivato proprio da un sopravvissuto alla Shoah. “Provo una grande stima nei tuoi confronti. Sei una luce per la tua generazione, ti auguro una buona vita”, gli ha detto Manfred Goldberg. Parole semplici che arrivano dritte al cuore del giovane trainer sportivo, che ha ringraziato il testimone pubblicamente sui social. Si conclude così il progetto toccante e ambizioso di Yoel Levy: un ragazzo capace di trasformare la marcia della morte, nella marcia della vita.