L’incredibile storia di una spia nazista che lavorò per il Mossad

Personaggi e Storie

di Davide Foa

Otto Skorzeny
Otto Skorzeny

Quando l’amico e alleato Mussolini fu rinchiuso a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, organizzò un’operazione speciale per liberarlo: l’Operazione Quercia. Una missione tanto importante richiedeva uomini scelti e fidati del fuhrer; per questo i comandi dell’operazione furono affidati al tenente colonnello Otto Skorzeny.

La liberazione di Mussolini fu un tale successo che lo stesso Hitler decise di premiare il fidato Skorzeny con il riconoscimento più prestigioso: Cavaliere della croce di ferro.

Vent’anni più tardi, il nome di Skorzeny compariva inevitabilmente in cima alla lista del Mossad che, almeno inizialmente, aveva tutte le intenzioni di ucciderlo. Isser Harel, allora a capo del servizio di intelligence israeliano, elaborò però un altro piano, decisamente più astuto: reclutare l’ex tenente nazista come spia in Egitto.

Il perché e il come sono presto spiegati, grazie ad un interessante articolo comparso su Haaretz. Finita la seconda guerra mondiale, diversi ingegneri e scienziati tedeschi, che ben avevano servito l’esercito nazista, trovarono riparo all’interno di paesi desiderosi di ospitare le loro conoscenze. Molti andarono negli Stati Uniti e collaborarono alla crescita della NASA, come Wernher von Braun; costui, dopo aver progettato missili per colpire l’Inghilterra – ai tempi della seconda guerra mondiale – divenne negli anni della guerra fredda uno dei padri dell’esplorazione dello spazio targata USA.

Ci fu poi un folto gruppo di scienziati tedeschi che decise di accettare le proposte provenienti dai paesi arabi, soprattutto dall’Egitto, in vista della creazione di uno sviluppato armamentario missilistico capace di colpire lo Stato di Israele.

Se veramente il Mossad voleva ostacolare, se non annientare, la possibilità che l’Egitto venisse aiutato da ex-nazisti, allora sarebbe stato necessario infilarsi in quel mondo di legami anti-ebraici, così da ottenere più informazioni possibili e di conseguenza smantellarlo. In che modo ottenere tutto ciò? Semplice, con una spia.

Ecco allora che il quadro prende forma: Skorzeny sarebbe stato l’uomo ideale per infiltrarsi tra gli scienziati nazisti e impedire all’Egitto il potenziamento militare. Fu così che Joe Raanan, membro del Mossad, si recò a fargli visita in Spagna.

Il primo incontro avvenne in un lussuoso bar di Madrid. Raanan, insieme alla sua accompagnatrice Anke, si presentarono a Skorzeny e alla sua signora come turisti tedeschi. Dopo qualche cocktail, Raanan e Anke furono invitati a proseguire la serata presso l’abitazione di Skorzeny.

Lì, la storia vuole che l’ex tenente tedesco abbia puntato una pistola alla testa dei suoi due ospiti affermando: “So chi siete e perché siete qui. Siete del Mossad e volete uccidermi”.

Con la pistola puntata alla testa, Raanan spiegò a Skorzeny che il Mossad non voleva ucciderlo ma piuttosto utilizzarlo come spia in cambio di una considerevole somma di denaro. “Non mi interessano i soldi – rispose Skorzeny – voglio piuttosto che Wiesenthal (famoso cacciatore di nazisti, ndr) rimuova il mio nome dalla sua lista”.

“Ok, faremo il possibile”, assicurò uno stupito Raanan.

La nazi-spia venne quindi portata in Israele, dove incontrò Harel e ricevette informazioni più precise sul lavoro da compiere.

Fin da subito, Skorzeny stupì l’intelligence israeliana per l’impegno e la quantità di informazioni messe a disposizione; fornì nomi e indirizzi dei tedeschi in Egitto, così come di aziende europee che aiutavano il paese arabo nel rifornimento di materiale bellico.

Ma l’azione più clamorosa compiuta da Skorzeny fu l’uccisione, per ordine del Mossad, di Heinz Krug, uno dei più importanti scienziati tedeschi che si trovavano in Egitto.

Krug, dopo aver ricevuto telefonate e lettere intimidatorie e aver compreso che queste non potevano che venire dal Mossad, decise di rivolgersi all’unica persona che, per fama, avrebbe potuto aiutarlo e metterlo al sicuro: Otto Skorzeny. L’11 settembre 1962, Heinz Krug non fece ritorno a casa. L’unica cosa certa è che doveva incontrarsi con Skorzeny.